giovedì, Aprile 18, 2024
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WE THE PEOPLE: Pro e contro del regno da campione WWE di Jinder Mahal

INTRODUZIONE

Benvenuti cari amici e amiche a ‘We the people’, nuova rubrica di Spazio Wrestling. Di cosa si tratta, vi starete chiedendo? Semplice, ogni volta due membri dello staff terranno un ‘dibattito’ su un tema caldo in casa WWE, una discussione come quelle che avvengono spesso tra i fan di wrestling. Nel numero di apertura tale tema non poteva essere altro se non la fine del regno titolato di Jinder Mahal. Un regno tra i più controversi di sempre, che ha diviso i tifosi così come i ragazzi dello staff. È stato un regno da dimenticare o un buon regno? Fabrizio sosterrà la prima tesi e Matteo la seconda, poi alla fine sarete voi, facendoci sapere la vostra opinione, a stabilire chi è stato più convincente. Senza ulteriore indugi, diamo il via allo scontro!

Matteo (Pro Jinder Mahal)

Come ormai chiunque saprà, il regno da WWE champion di Jinder Mahal, partito in quel di Backlash, è giunto al termine durante l’ultima puntata di Smackdown e a conquistare il titolo è stato AJ Styles.
Molti hanno gioito per la sconfitta del Modern day maharaja, considerandola la fine di un incubo. La lunga (ben 170 giorni) corsa titolata dell’ex membro dei 3MB è stata davvero un disastro? Io credo di no, anzi al contrario ritengo questo regno uno dei più positivi degli ultimi anni (il migliore dal brand split, in entrambi i roster). “Perché?” mi chiederà stupita la maggior parte. Vi risponderò in un modo un po’ atipico, ossia demolendo le principali critiche rivolte all’ex campione, così da dimostrare infine la bontà del suo regno.

Le sopracitate critiche sono le seguenti:
-incapacità sul ring;
-match sempre uguali;
-monotonia dei promo;
-personaggio antiquato;
-push immeritato e troppo affrettato;
-le arene si sono svuotate e gli ascolti sono calati da quando è diventato campione.

Adesso le analizzeró accuratamente una per una.

INCAPACITÀ SUL RING

Jinder non è il migliore wrestler che abbia calcato un ring di Stanford, su questo siamo d’accordo tutti. Da qui a definirlo “bidone”, “cartonato” o epiteti peggiori che evito di riportare, ne passa di acqua sotto i ponti. Mahal non si è esibito in match esaltanti, ma siamo sicuri che sia soltanto colpa sua? Non c’entreranno forse anche i suoi avversari? Gli incontri, dopotutto, si fanno in due. Orton non è mai stato un mostro sul ring e Nakamura ha faticato a mettere su match buoni da quando è nel main roster. Mahal è un classico heel, il suo compito nelle contese non è dare spettacolo, bensì maltrattare per la maggior parte del tempo il rivale di turno, subendo ogni tanto le sue reazioni e infine il comeback travolgente (che può portare o meno alla vittoria). È il face che deve accendere la folla ed entusiasmarla con mosse stupefacenti. Orton e Nakamura non sono stati capaci di recitare adeguatamente questo ruolo, mentre Styles lo ha fatto alla perfezione e non ha caso l’incontro tra i due è stato coinvolgente, tenendo tutti col fiato sospeso fino alla fine. Non esagero affermando che sia stato uno dei migliori incontri settimanali dell’anno. AJ ci ha senza dubbio messo la sua fenomenalità, ma Jinder ha fatto la sua parte, non sfigurando. Perciò Mahal è tutt’altro che un inetto sul ring, semplicemente non ha avuto avversari capaci di esaltare le sue doti.

MATCH SEMPRE UGUALI

È innegabile che il leit motiv dei match di Mahal sia l’interferenza dei fidati Singh Brothers. I due intervengono costantemente e nel momento cruciale riescono a favorire il Maharaja, consegnandogli la vittoria. L’unica eccezione è avvenuta durante il punjabi prison, dove è servito anche l’aiuto di Great Khali. È forse un male che Mahal abbia un ‘modus operandi’ per vincere? Assolutamente no! Pressoché la totalità degli heel ha un modo tutto suo per ‘rubare’ e che spesso perpetra ripetutamente. Miz conta sul miztourage (e prima su Maryse), Owens aveva Jericho e Rollins la J&J security (più spesso Kane). Ma l’emblema per eccellenza della ‘ripetitività’ delle vittorie è JBL, il cui regno è durato quasi un anno grazie, praticamente sempre, agli aiutini del cabinet. Non è un caso che il regno di Mahal sia stato paragonato a quello del Wrestling God, ed è tutt’altro che un insulti. Dunque pare evidente che ottenere le vittorie in un certo modo sempre simile a se stesso non sia un difetto per un heel, ma una sorta di firma personale.

MONOTONIA DEI PROMO

Mahal interpreta il ruolo di un indiano che si sente discriminato dal pubblico (o anche dall’avversario nel caso di Orton ad esempio) ed è di questo che si lamenta quando parla al microfono. Lui è un uomo acculturato, che si impegna al massimo per avere un gran fisico e portare lustro al titolo, ma nessuno lo apprezza e soltanto perché è uno straniero. C’è da biasimarlo se canta sempre la stessa solfa, cambiando unicamente la parte riguardante il suo rivale di turno? In tal caso dovremmo bocciare la maggior parte degli atleti/manager, salvo rare eccezioni. Volete un esempio emblematico? Paul Heyman. L’avvocato ci propone sostanzialmente lo stesso promo da quattro anni, in particolare da dopo la vittoria di Lesnar su Undertaker. Il suo cliente è stato il primo a battere il becchino, è la bestia che conquisterà lo sfidante di turno e lo porterà a suplex city, eccetera. Quello che fa è il carisma e la convinzione con cui dice le medesime cose ed è una caratteristiche che non mancano nemmeno a Mahal. Quando inveisce sembra maharaja sembra davvero giustificato nel suo credersi vittima di un’ingiusta discriminazione, basata sull’ignoranza, il pregiudizio e l’invidia. L’astio che attira ogni volta che prende in mano il microfono è ciò che veramente conta per un heel come lui.

PERSONAGGIO ANTIQUATO

Come dicevamo sopra, Mahal è lo straniero cattivo che se la prende con gli americani perché lo discriminano e quindi si sente giustificato a compiere qualsiasi nefandezza per vendicarsi e ottenere il successo che è convinto di meritare. Abbiamo un sacco di esempi dal passato (più o meno recente) quali l’iron sheik, mohamed hassan e Rusev. È quindi veramente un personaggio che ha fatto il suo tempo quello dell’anti-americano? Forse per noi italiani sì, ma negli U.S.A. per niente, soprattutto considerando il periodo storico. Se un presidente come Donald Trump è salito al potere vuol dire che in molti ancora temono il ‘diverso’ e la wwe ha cavalcato l’onda, senza tuttavia forzare troppo la mano. Mahal è odiato, perciò il suo personaggio funziona. Da noi ha meno appeal, ma non è colpa di Jinder se il suo personaggio non è studiato per la nostra cultura, bensì per il principale pubblico della WWE.

PUSH IMMERITATO E TROPPO AFFRETTATO

Mahal è passato dall’essere un jobber a vincere il titolo più prestigioso in casa Stanford e questo ha fatto storcere il naso ai più. Il motivo è stato invogliare il pubblico indiano, in cui la wwe si sta espandendo, a seguire il suo prodotto. Questo è un dato di fatto e nessuno ci si oppone. Ciò che rende accettabile questo push, è stato il modo in cui è stato gestito. Mahal ha vinto il titolo quasi dal nulla, però ci è riuscito con gli scorretti assist dei singh. In pratica è un campione ‘indegno’, non è stato trasformato da un giorno all’altro in uno che spacca tutti come Lesnar. Non aveva successo e ha assoldato i Singh per fargli scalare la vetta, con qualsiasi mezzo. Vogliamo crocifiggere Mahal perché la WWE aveva bisogna di un personaggio come il suo? Certo che no! Lui ha colto la palla al balzo e l’ha sfruttata al massimo, mettendoci un impegno ineccepibile, da grande professionista. Mahal ha lavorato sodo dal suo ritorno ed è stato premiato (complici le circostanze favorevoli). Qualcuno forse meritava un push molto più di lui (Cesaro per dirne uno)? Ovvio, ma il Maharaja non ne può niente e ha dimostrato una completa dedizione al business, oltre ad un notevole talento interpretativo.

LE ARENE SI SONO SVUOTATE E GLI ASCOLTI SONO CALATI DA QUANDO È DIVENTATO CAMPIONE

I dati a proposito sono controversi (soprattutto sugli ascolti) e perciò preferisco non trattarli nel dettaglio. Preferisco fare un discorso generale. Davvero qualcuno crede che un campione sgradito porti a svuotare le arene o far calare gli ascolti? È come accusare un singolo giocatore per la sconfitta della sua squadra. Si vince e si perde insieme. È il prodotto complessivo che attira o allontana il pubblico, non semplicemente il campione massimo. Altrimenti, seguendo questo ragionamento, nessuno dovrebbe seguire Raw, visto che il campione è latitante. Se Smackdown ha perso fans, non è colpa di Mahal, almeno non del tutto.

È stata una LUNGA analisi, lo ammetto, ma concedetemi un breve riassunto giusto per tirare le somme.
Mahal non è un cattivo wrestler, gli sono mancati sfidanti capaci di tirare fuori il meglio da lui. Ha usato quasi sempre la stessa strategia per vincere, ma molti grandi heel prima di lui lo hanno fatto e non sono stati per questo disprezzati. I suoi promo sono appassionati e aizzano la folla, quindi non importa che non siano ogni volta differenti. Il suo personaggio è ancora attuale, principalmente negli USA si intende. Il suo push non ha avuto le ragioni giuste, però lui lo ha valorizzato al meglio, mettendoci anima, corpo e cuore. Non si può accusare soltanto lui se Smackdown ha perso appeal sul pubblico.

In conclusione ritengo che il regno di Jinder Mahal sia stato più che buono, malgrado alcune piccole lacune (ma quale regno non le ha)? Se il pubblico non vede l’ora che tu perda il titolo e festeggia come gli i tifosi di calcio alla finale di Berlino quando vieni sconfitto, hai fatto uno STREPITOSO lavoro da heeDal brand split, oso asserire che sia stato il migliore per solidità e continuità (non temo di venir smentito) in entrambi i roster. Potrei spiegarlo meglio, ma mi sono dilungato già fin troppo!

Il maharaja è un ottimo personaggio e discreto performer (può migliorare ancora), quindi penso che potrà dare il suo contributo in wwe anche al termine del cosiddetto “push da mercato indiano”.

Dunque lunga vita al modern day maharaja e che possa riconquistare al più presto il suo titolo, instaurando un nuovo glorioso regno del terrore e facendosi odiare come soltanto lui sa fare!

Fabrizio (Contro Jinder Mahal)

Premetto che quando mi esprimo in merito ad un wrestler, lo faccio sempre dal punto di vista del “Character” e mai per criticare qualcuno sul personale. Non ho alcun interesse a prendermela con la persona di Yuvraj Singh Dhesi nè tantomeno con il popolo indiano. Mi dissocio categoricamente da qualsiasi leone da tastiera che sia andato in giro per la rete a far sfoggio della propria ignoranza con frasi ingiuriose.
Detto questo, il regno di Jinder Mahal è finito… Ma perchè, quando mai è iniziato? Stiamo parlando di un personaggio chiaramente concepito solo ed unicamente a scopo commerciale, per attirare i fan indiani della WWE. Già questa è una pessima premessa per dare credibilità ad un wrestler, in un’era dove la WWE stessa ha ampiamente dimostrato più e più volte di fare le cose solo ed unicamente per interesse economico, riducendo la qualità delle storyline e la caratterizzazione dei personaggi, con un roster sistematicamente mal utilizzato, ruoli che andrebbero ripensati, stable al limite del grottesco e faide spesso prive di ogni consistenza di fondo. In uno scenario di malcontento generale, l’azienda inserisce un personaggio interpretato da un wrestler rilasciato nel 2014 e rientrato in WWE nel 2016, durante la puntata di Raw del 1° Agosto dove ha battuto Heath Slater. Dopo un anno (il 2016) passato a collezionare per lo più sconfitte (che non fosse niente di speciale lo avevamo già detto), è stato trasferito a SmackDown e il 21 Maggio è diventato WWE Champion durante “Backlash”, sconfiggendo Randy Orton grazie all’aiuto dei Singh Brothers. Da quel giorno sono iniziati 170 giorni di Regno degni della miglior carnevalata, con arene di Smackdown sistematicamente mezze vuote. Ripercorriamo gli incontri nel quale “The “Modern Maharaja” si è cimentato con la cintura addosso.

6 Giugno 2017: Mahal sconfigge Mojo Rawley (Match non titolato).

18 Giugno 2017: “Money in the Bank”, Mahal sconfigge Randy Orton (Match titolato).

Luglio 2017: “Battleground”, Mahal sconfigge Randy Orton grazie a The Great Khali (Match
titolato).

8 Agosto 2017: Mahal viene sconfitto da Randy Orton (Match non titolato).

15 Agosto 2017: Maha viene sconfitto da John Cena (squalifica per interferenza di Baron
Corbin).

20 Agosto: “Summerslam”, Mahal sconfigge Shinsuke Nakamura (Match titolato).

29 Agosto: Mahal viene sconfitto assieme a Rusev, per mano di Randy Orton e Shinsuke
Nakamura.

18 Ottobre: “Hell in a Cell”, Mahal sconfigge Shinsuke Nakamura (Match titolato).

7 Novembre: Mahal viene sconfitto da AJ Styles e perde il titolo. (Fine Regno)

Al di là dei risultati degli incontri, che in WWE lasciano il tempo che trovano, dal punto di vista della qualità non si può che evidenziare la tendenza del Maharaja a far venire sonno a tutti: la parte più divertente dei suoi match è rappresentata dall’intervento dei Singh Brothers, messi appositamente lì dalla WWE per prendersi le botte al suo posto ed evitare di dover regalare caffè ai fan che altrimenti dormirebbero beatamente. Senza i due “Valletti”, probabilmente ci ritroveremmo a guardare un incontro in cui un cartonato passeggia su un ring in attesa di venir schienato dallo sfidante di turno, come accadeva nel periodo in cui non era “Pushato” dall’azienda. Forse la WWE avrebbe potuto impegnarsi un po’ di più, affiancandogli al posto dei Singh Brothers una Diva vestita da odalisca che starnazzava a bordo ring, seguendo il parallelo “Rusev e Lana”, ma evidentemente vista la poca roba rappresentata dal personaggio in generale, sarebbe stato difficile fargli indossare una cintura, figurarsi fargliela tenere per 170 giorni senza due figure sul ring a fare lo sporco lavoro. Cosa bisogna fare per campare, vero Jinder? Se si guarda il rating dei tre incontri principali nei quali Mahal ha difeso il titolo, ci accorgiamo di quanto la situazione oscilli tra il disperato e il non valutabile:

“Money in the Bank”: (Mahal VS Orton) – 3 stelle e mezza su 5

“Battleground”: (Mahal VS Orton): 0.75 stelle su 5

“Summerslam”: (Mahal VS Nakamura): 2 stelle e mezza su 5

Calcolando una media, siamo a 2,25 stelle. Il paragone con gente come AJ Styles, John Cena o Seth Rollins non è improbabile, è semplicemente da querela. Passando oltre le prestazioni sul ring e considerando il lavoro di Mahal nelle Promo e al microfono, prepariamo gli ombrelli perchè si prevedono piogge torrenziali. Se soffrite di reumatismi o semplicemente non gradite strazi oltre la media, saltate il seguito e andatevi a leggere la parte del mio amico Matteo, al quale la visione di Sandokan in età fanciullesca ha lasciato strascichi evidenti.
Promo e lavoro al microfono dicevamo… Che dire delle uscite poco felici su Nakamura nelle quali lo apostrofava come “Pikachu Epilettico” o “Mr. Miyagi”. E’ in questi momenti che dico che il performer che impersona un determinato personaggio non ha colpe: se non si è in grado di fare delle promo decenti perchè semplicemente, o ce la fai o non ce la fai (chiedere a Reigns, sistematicamente cancellato da Cena), dovrebbero esserci persone preposte scrivertele e a fartele imparare a memoria. Seguire una promo in cui il livello delle battute è il medesimo di una classe di seconda elementare, non è sicuramente degno di un’azienda che fattura milioni di dollari.

Immaginiamoci che cosa sarebbe stato uno scontro al microfono tra Mahal e uno come The Miz. Faceva ovviamente tutto parte del piano, serviva un rivale peggiore del Maharaja e chi meglio di un performer che non sa la lingua per sperare di fare la figura del bullo? Non ho usato “Bullo” a caso: definire “Heel” un personaggio come Mahal è un insulto ai grandi “Heel” della storia del wrestling. Ad ogni modo, tranquilli: ci toccherà sopportare il “Cartonato” ancora per un po’, anche se qualcuno ha già detto che la WWE stessa nutra forti perplessità su un personaggio che non sta dando i risultati sperati. Chissà se decideranno di seguire la tendenza a “Scongelare” vecchie glorie, rimpiazzando un Sandokan al quale manca solo la scimitarra di plastica per far ridere ancora un po’, con The Great Khali, già largamente usato come disturbatore negli incontri. Vado a scrivere la lettera di dimissioni…

CONCLUSIONE

Le due parti hanno ampiamente esposto le loro idee e voi da che parte state? Chi è stato più convincente? Fabrizio, contro Mahal, o Matteo, pro Mahal? Commentate!
La rubrica termina qui, speriamo che sia stata di vostro gradimento! L’argomento del prossimo numero è ancora da definire, ovviamente, ma sarà interessante come, se non di più, di questo, poiché la wwe, nel bene e nel male, ci fornisce sempre di che discutere. Restate perciò sintonizzati, a presto!

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