Wrestling in Italia: perché il settore continua a crescere
Fino a qualche decennio fa il wrestling in Italia era quasi uno sport di nicchia, ma ormai è diventato mainstream. Le leghe americane come l’NBA ci ha raggiunto e travolto con il merchandising, i podcast e le scommesse sportive. Non c’è un fan del wrestling che non segua almeno uno dei team in NBA.
TV e streaming: accesso più semplice, pubblico più ampio
Il primo motivo che ha reso il wrestling così diffuso è la sua accessibilità. In Italia, gli show settimanali della WWE (Raw, SmackDown e NXT) sono disponibili su discovery+ e con alcune finestre anche su DMAX. Gli orari sono chiari e chiunque può iniziare a guardare i match, non serve essere dei fan di vecchia data. Questo abbassa le barriere d’ingresso perché si possono seguire le puntate in diretta, ma si possono anche recuperare on-demand più tardi. I numeri confermano che l’interesse continua a crescere. L’estate 2025 ha registrato degli ascolti molto solidi su DMAX con il SummerSlam. La seconda serata ha raggiunto circa 147.000 telespettatori con l’1,5% di share, uno dei migliori dati dell’anno per il canale. Non è un evento isolato, già tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, i Premium Live Event in chiaro avevano raggiunto delle percentuali interessanti. Questo significa che il pubblico occasionale si sta avvicinando a questo sport. Per chi vuole seguire ogni sviluppo, la copertura dei grandi eventi nel 2025 è stata comunicata e aggiornata con anticipo, così anche i fan si possono preparare e possono tenersi liberi. Sapere quando c’è un PLE e dove vederlo aiuta a costruire degli appuntamenti ricorrenti, come succede per il calcio o per gli altri sport.
Il ritorno nelle arene italiane: lo sport dal vivo attira sempre
Il secondo fattore è la presenza fisica degli show. Dopo quasi 18 anni, la WWE ha riportato in Italia un grande show televisivo. Lo SmackDown alla Unipol Arena di Bologna il 21 marzo 2025. Vedere dal vivo le star di punta, da Cody Rhodes a Bayley, non è solo spettacolo, è veramente un evento unico che attira migliaia di spettatori. Chi entra nell’arena spesso torna a casa con la voglia di continuare a seguire le storie in TV e di condividere le clip e le foto sui social. Questo effetto è tipico degli sport che creano spettacolo e sta funzionando anche da noi con il wrestling. Gli eventi dal vivo hanno anche un altro impatto, portano il wrestling sulle pagine locali, coinvolgono le radio e le community e spingono i nuovi curiosi a informarsi su come seguire i programmi durante la settimana. La crescita degli ascolti TV in concomitanza con i grandi appuntamenti internazionali è coerente con questo fenomeno.
La scena italiana: scuole, show e contenuti che fanno da ponte
L’ecosistema locale sta contribuendo a sostenere la crescita di questo sport. In Toscana, la SIW (Superior Italian Wrestling) è diventata un punto di riferimento per la formazione, per gli eventi e per la produzione dei contenuti. Fondata come associazione sportiva dilettantistica, oggi organizza degli show ricorrenti e gestisce un’academy con delle strutture dedicate, crea dei percorsi per gli atleti e offre ai fan italiani un prodotto con volti e ritmi familiari. Questo ponte culturale è fondamentale perché se avviciniamo gli italiani al wrestling, allora sarà ancora più semplice capire quello internazionale. Il wrestling made in Italy sta migliorando anche grazie al fatto che ci sono delle realtà che si occupano di curare il training, lo storytelling e le produzioni video, così la qualità percepita è maggiore. Più qualità vuol dire più condivisioni, più clip che girano e più curiosi che decidono di dare una chance agli show. È lo stesso meccanismo che ha aiutato altri sport di nicchia a uscire dalla bolla.