giovedì, Marzo 28, 2024
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Ali è il volto giusto per la RETRIBUTION?

Un gruppo di persone mascherate interrompe continuamente gli show, spacca le attrezzature e i set, rompe quasi immotivatamente vetri e urla alle altre Superstars di tremare. Non sembra esattamente né un’idea nuova né un’idea affascinante.
Eppure la WWE è riuscita a catturare l’attenzione di noi fan, ancora una volta, basandosi proprio su questo spirito: RIBELLE.
Ribelle, come il sentimento che anima le azioni e i corpi dei membri della Retribution, stable nata da qualche settimana il cui scopo dichiarato è mettere sotto assedio la federazione tutta nonché gli atleti che hanno un contratto con essa, accusati dai cavalieri mascherati di essere quasi animali da circo e niente più.

Il mordente iniziale, attribuito alla stable anche solo dall’aura di novità che la circondava, si è presto dissolto come un incantesimo ingannevole. Di settimana in settimana la Retribution faceva sempre le stesse cose: appariva per pochi minuti, spaccava tutto, andava via.
Si sentiva il bisogno impellente di una voce che riuscisse a chiarire al pubblico quali erano le vere intenzioni di questo gruppo, il senso profondo del loro agire. Ammesso che un senso ci sia.
Così a prendere in mano i microfoni sono stati tutti i membri principali del gruppo e, quando ciò è successo, ci siamo tutti resi conto di una cosa: era meglio che la Retribution fosse rimasta in silenzio.

La critica può sembrare dura, e lo è, ma bisogna essere chiari: T-Bar, Mace, Slapjack, Reckoning, Retaliation, nessuno di loro è davvero in grado di essere il leader e il volto di questa squadra. Nessuno di loro ha il carisma adatto a veicolare il messaggio di ribellione necessario per scuotere i ranghi della WWE.
Anche la federazione si è accorta di questa grave mancanza e ha deciso di svelare chi fosse a capo della stable un paio di settimane fa, durante Raw.
Mustafa Ali è uscito allo scoperto come leader della Retribution.

Questa è stata la scelta migliore? Oppure poteva esserci di meglio?
Ali nel ruolo del capo del gruppo di esaltati mascherati non sta male, veste bene quei panni. Eppure potevano esserci strade migliori, almeno per due ragioni.
La prima ragione è chiara e lampante: non era più conveniente per la federazione porre a capo della Retributiom un altro lottatore in cerca di rilancio e continuare con Mustafa la storyline dell’hacker di SmackDown?
La linea narrativa dell’hacker, abbandonata ormai da poco prima di Money in the Bank, era così promettente da scriversi da sola. I riferimenti a Mustafa Ali erano evidenti durante i promo della misteriosa figura incappucciata, anche pensando solo al cerchio di luci che fa da simbolo tipico del lottatore. Inoltre, le motivazioni che spingevano l’hacker a voler separare le coppie “false”, a suo dire, nel roster di SmackDown avrebbero potuto condurre ad un finale logico e spettacolare.

Poco prima di Wrestlemania 35 si vociferava che la WWE avesse dei grandi piani per Mustafa Ali: il pubblico era dalla sua parte, la sua storia di scalata dalle stalle alle stelle funzionava, grazie anche al fatto che il suo avversario potenziale, cioè Daniel Bryan, sembrava ormai aver fatto il percorso inverso, essendo un idolo delle folle ormai decaduto. Nello Show degli Immortali avremmo potuto avere un match tra Underdog ed Ex Underdog, tra il B+ player del presente e il B+ player del passato.
Purtroppo a fermare quei piani ci pensò il destino, che fece infortunare il povero Ali e salire alla ribalta come suo sostituto Kofi Kingston. Il resto è storia.

Far tornare Ali in veste di hacker, presentarlo al mondo per poi svelare il suo vero obbiettivo sarebbe stata forse la mossa migliore. E quale sarebbe stato il suo obbiettivo? Ovviamente l’uomo che, pur senza colpe, aveva preso il suo posto rubandogli le luci della ribalta: Kofi Kingston.
Se la storia dell’hacker prevedeva lo split di alcuni tag team della federazione, il tutto avrebbe potuto portare alla divisione dei New Day e conseguente faida tra Ali e Kofi. In fin dei conti ora, a mesi di distanza, ci accorgiamo che il New Day non è effettivamente un’entità inseparabile ed eterna. La differenza sta nel fatto che seguendo la prima linea narrativa di cui parlavamo si poteva creare qualcosa di diverso e strabiliante, mentre la WWE ha deciso di dividere i pluricampioni di coppia con una semplice, banalissima scelta di draft.

Seppur la storia dell’hacker non fosse stata seguita, c’erano almeno due nomi migliori di Mustafa Ali per guidare la Retribution, nomi che avrebbero portato un carisma e un’attrattiva maggiori al gruppo.
Il primo nome è quello di Tommaso Ciampa. Credo che lo psicopatico siciliano sarebbe stato il leader perfetto per questa specifica stable. Imprevedibile, aggressivo, senza regole, perfetta figura anti sistema, portava anche la maschera durante le entrate. Insomma, cosa si poteva volere di più? Probabilmente però Ciampa serve ancora troppo ad NXT, soprattutto alla luce dei tanti infortuni che stanno decimando il roster nero-oro.

L’altro nome che poteva sostituire Ali in maniera egregia è quello di Aleisteir Black.
Ad oggi vediamo Black vagare per gli show della federazione senza un vero scopo. Da poco è anche passato a SmackDown, show dove forse potrebbe avere più spazio vista la carenza di nomi apicali. Il timore, comunque, è quello di vedere anche un personaggio promettente come Aleisteir buttato nel gabinetto come molte chiamate di NXT nel roster principale. Di recente il team creativo ha anche optato per un cambio di gimmick per Black, rendendolo se possibile un personaggio ancora più oscuro, chiuso nelle proprie tenebre e rancoroso. Vederlo al comando della Retribution per vendicarsi di Seth Rollins che lo ha reso cieco da un occhio avrebbe creato un arco narrativo interessante che avrebbe potuto generare molto interesse attorno allo show del venerdì sera.

Inutile però piangere sul latte versato, tocca fare i conti con la realtà.
Dopotutto potrebbe benissimo darsi che Mustafa Ali farà un capolavoro nell’interpretazione di questo ruolo dando finalmente un senso alle maschere vuote che fin ora sono state quelle della Retribution. Non ci resta che vedere e sperare nel meglio.

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