Come forse ricorderete, a Wrestlemania Finn Balor ha mostrato una nuova versione del suo personaggio, presentandosi invece che come “Demone”, facendosi accompagnare da una folto gruppo di giovani che erano inclusi nella sua entrata, significando che il Balor Club era per tutti, ma non è stata esattamente una cosa facile da realizzare.
Balor recentemente ne ha parlato a Sports Illustrated e ha rivelato di aver dovuto lottare duro per sei mesi al fine di mettere a punto la sua idea.
Ha dovuto vivere a Brooklyn e mentre parlava con alcuni suoi amici del posto si era reso conto che essi non si sentivano inclusi nel mondo del wrestling.
Ecco le parole di Balor: “Non credevo che non fossero proprio inclusi ma riuscivo a percepire il loro disagio in qualche modo. Sentivo di dover fare qualcosa a riguardo, usare il grande seguito che ho a disposizione anche per ragioni giuste come questa.”
Questo ha dato all’ex campione Universale un’idea al riguardo, commissionando ad un suo amico di disegnare il logo del Balor Club in un formato arcobaleno.
Poco dopo Balor ha postato su Instagram il design “Balor Club is for everyone” e dopo aver ricevuto molti feedback positivi dai fan, la situazione ha registrato l’attenzione del chief brand officer della WWE, Stephanie McMahon.
La McMahon si è quindi complimentata con Balor per il messaggio che voleva lanciare e ha deciso che la sua iniziativa doveva essere supportata dalla WWE.
Ricordiamo che la WWE supporta la comunità LGBTQ nonostante per molto tempo la diversità sessuale sia stata usata in storyline di dubbio gusto o per prendere in giro qualche wrestler, sia che fosse uomo o donna.
Negli ultimi anni, come dimostrano i casi di Sonya Deville e Velveteen Dream, la situazione di queste persone è stata presa più seriamente da parte della compagnia.
Fonte: sportskeeda.com