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Il grande “bluff” della WWE al Palalottomatica di Roma

10 novembre 2018, Roma, Palalottomatica, una marea di fan italiani, perlopiù provenienti dal Centro e Sud Italia sono pronti a godersi l’ultima tappa italiana, nonché ultima tappa del tour Europeo autunnale, della WWE. Seppur non sia pieno, il palazzetto è caldo, si sente qualche coro qua e là, tra le migliaia magliette e gadget a tema wrestling indossate da persone delle più disparate età; bambini, adolescenti, giovani adulti e perfino anziani; solitari, piccole combriccole, famiglie, enormi gruppi. Siamo tutti pronti, non vediamo l’ora che inizi.

Sono le 19:30, circa, quando entro nel palazzetto romano. Chi, come me, ha acquistato (profumatamente) i biglietti in platea smorza l’attesa facendo avanti e indietro vicino alle barricate che ci dividono dalla rampa e dal ring, e la prima cosa che noto sono gli sguardi un po’ infastiditi degli addetti alla sicurezza (italiani). Non ne capisco bene il perché, ma sorvolo. Voglio solo godermi lo show.

Show che alle 20 in punto inizia, con l’introduzione di Franchini, Posa e l’americano Mike Rome che ci anticipano la card. Appena entra il partecipante del primo match, Bobby Lashley, intuisco che lo spettacolo non andrà esattamente come mi ero prefissata: la sicurezza infatti blocca l’avanzata verso le transenne a tutti coloro che non sono seduti nelle prime file. E per prime file non intendo i posti nel parterre, ma proprio tutti coloro che non hanno il biglietto nella prima fila di sedie, o la platea gold.

Alla fine dell’incontro Finn Balor batte Lashley con un roll-up, e la gioia incontenibile dei fan che vogliono andare a festeggiare con il loro eroe non può essere placata da due o tre addetti alla sicurezza, che vengono travolti e ci “lasciano” passare verso le barricate.
“Finalmente”, penso io,  convinta che di lì in poi sarà tutto più tranquillo e riuscirò ad avvicinarmi un minimo ai wrestler che solitamente vedo solo in televisione, come tutti noi del resto.

Bisogna spintonarsi un po’, ma la situazione è vivibile, non c’è una calca esagerata e, se sei fortunato, riesci anche a portarti a casa un cinque o un bel video dei lottatori presenti. Questo fino a quando, dopo la pausa di metà show, intorno alle 21:30 circa, la WWE decide di bloccare definitivamente l’accesso alle barricate con un nastro di plastica. Così, praticamente, solo coloro che hanno i biglietti in platea gold possono avvicinarsi ai wrestler, e quindi parliamo di una decina di persone in totale, esagerando.
E così è stato fino alla fine dello show.

A fine spettacolo ho procrastinato un po’ e ho scambiato qualche parola con alcuni dei miei colleghi lì presenti e altri fan, poi ho chiesto ad uno dei tanti addetti il motivo di quella chiusura, ricevendo come risposta un mesto “Direttive degli americani”.

Ora, tralasciando il fatto che mi sia dilungata per raccontare con quanta più accuratezza la cronologia degli eventi, c’è da premettere che inizialmente si era parlato di un episodio secondo il quale un bambino fosse stato spinto e si fosse fatto male, e che quindi avessero deciso di delimitare la zona sia nel mio settore che quello opposto, dall’altro; e in questo caso potrei anche capire la motivazione. La sicurezza e l’ordine vengono prima di tutto al fine di garantire la godibilità dell’evento. Ma siccome poi di questo fantomatico incidente non si è saputo più nulla (incidente che tra l’altro non ho visto, ma presa dal momento ci può stare), mi è iniziato a sorgere un dubbio: perché la WWE ha preso questa decisione se non è accaduto, effettivamente, nulla di grave?

Non voglio essere polemica, non mi piace dare contro la federazione senza motivare le mie affermazioni, ma ad un certo punto la rabbia prende il sopravvento in situazioni del genere.
Non contiamo il fatto che, senza i fan che accorrono ad accogliere i loro beniamini, le entrate dei wrestler erano diventate tristi, non avevano nessuno a cui battere il cinque o a cui rivolgere i loro cosiddetti “taunt” durante l’ingresso; lasciamo da parte questo piccolo particolare perché, tutto sommato, non è poi la fine del mondo. Però bisogna parlare di me, di me e tanti altri che si sono scapicollati su ticketone o chissà quale altro rivenditore ufficiale per prenderli quei biglietti lì, che hanno pagato 70/80/90/100 euro per potersi godere lo spettacolo lì davanti, per sperare di essere guardati, toccati, di fare una foto, di farsi fare un autografo dalle stelle del wrestling americano, per poi vedersi negata questa opportunità.
Se ho comprato quel biglietto parterre, è perché voglio sapere di potermi godere lo show in un determinato modo, altrimenti avrei speso la metà del prezzo e sarei andata in uno degli altri due settori. A conti fatti il ring lo vedi lo stesso. Che senso ha mettere dei biglietti che costano di più se poi non c’è, fondamentalmente, differenza tra quelli da 90 e quelli da 50 euro? Come se ciò non bastasse, un fan si impegna ancora di più quando sa che la WWE fa tappa in Italia due volte all’anno. DUE VOLTE, non una 30ina come succede negli Stati Uniti. Per noi è un’occasione più unica che rara.

Io non so quale sia stata la dinamica degli eventi, se a Bologna è stato applicato lo stesso rigido controllo, se ci sia stato effettivamente un incidente scatenante che ha portato la WWE a prendere questa decisione, so solo che a fine spettacolo, seppur divertita da ciò che ho visto, mi sono sentita un po’ raggirata. Erano più di sei mesi che avevo acquistato quel biglietto. Inoltre ero stata alla data di Firenze a novembre dello scorso anno, sempre a bordo ring, e non c’erano stati problemi di alcun tipo, anzi, la situazione era perfino più caotica di quella vissuta a Firenze.

Queste sono le nostre considerazioni riguardo lo show del 10 novembre a Roma. Voi cosa ne pensate? E, per chi c’era, come l’avete vissuta? Siete stati testimoni o vi hanno riferito qualcosa che è avvenuto che ha generato questa scelta? E se così non fosse, cosa ne pensate della decisione presa dalla WWE?

Fateci sapere numerosi! Da Giorgia è tutto, al prossimo pezzo!

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