sabato 16 Novembre 2024
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La WWE ha influenzato la presidenza di Donald Trump?
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Ad inizio anno Donald Trump aveva twittato una GIF che lo ritraeva mentre picchiava una persona con il logo della CNN al posto della testa. Quella scena era stata presa da un’edizione di Wrestlemania a cui l’attuale presidente degli Stati Uniti ha preso effettivamente parte.

Mentre il tweet non ha per niente aiutato a risollevare la reputazione di Trump da i suoi detrattori, che non lo ritengono idoneo a ricoprire la carica di Presidente, ha però fatto ricordare che la lunga carriera di Trump come celebrità ha compreso anche un periodo in una delle principali forme di teatro statunitensi… ovvero il pro-wrestling.

I legami tra la politica e il wrestling negli Stati Uniti sono sorprendentemente numerosi.
Jesse “The Body” Ventura (wrestler degli anni ’80) è stato Governatore del Minnesota.
Rhyno, leggenda degli anni ’90 della ECW, si candidò per la Camera dei Rappresentati del Michigan come Repubblicano, basando la sua campagna elettorale sul problema delle piscine mobili da giardino, pur non avendo molto successo.
Kane, fratello (secondo storyline) di Undertaker che gli ha rovinato la vita con un incendio e che metteva letteralmente a fuoco il ring durante la sua entrata, è attualmente candidato per diventare sindaco di Knox County.

E anche se Trump non era ancora in politica quando si dedicava al wrestling, altri politici hanno tentato di approcciarsi al pubblico del wrestling, come Barack Obama, Hillary Clinton e John McCain nel 2008.

Eppure è Trump quello che spicca più degli altri. Dopotutto lui è l’unico politico che è stata indotto nella Hall of Fame WWE e, fino a prima della sua presidenza, lo considerava l’onore più grande mai ricevuto.

Il periodo tra gennaio e giugno del 2009 ha fatto guadagnare a Trump il suo posto nell’arca nella gloria, periodo in cui ha affrontato il padrone della WWE Vince McMahon in quella che viene ricordata come “Battle of the Billionaires”, la battaglia dei miliardari. Trump e McMahon scelsero un wrestler che li avrebbe rappresentati in un match e lo sconfitto sarebbe stato rasato a zero dal vincitore. Ovviamente l’esito era predeterminato (vinse Trump) e Trump e la famiglia McMahon sono molto unite, tanto che i McMahon hanno donato 7 milioni di dollari alla campagna elettorale di Trump. La moglie di Vince, Linda, è Amministratrice della Gestione delle Piccole Aziende alla Casa Bianca sotto il mandato di Trump.

Court Bauer, sceneggiatore della WWE quando Trump era nello show, lo descrive come un “una persona molto affidabile, prevedibile e con cui è facile lavorare, il che, quando si parla di programmi che vanno in onda dal vivo, è il miglior tipo di persona con cui avere a che fare.
Bauer continua: “C’erano alcuni spettatori che erano ostili a lui e che rifiutavano qualsiasi cosa non provenisse dal pro-wrestling. Come durante la sua campagna elettorale, non c’era nulla che riusciva a scalfirlo o farlo arrabbiare, il che è un parallelismo interessante.

 

Possibile che l’esperienza nel wrestling abbia aiutato Trump ad arrivare dove è oggi? Durante il suo periodo in WWE Trump si esibiva dal vivo di fronte a degli spettatori, talvolta aggressivi, per la prima volta. In un’occasione, in modo da acquistare la fiducia e la simpatia del pubblico, fece stampare la sua faccia su migliaia di dollari e li fece piovere sul pubblico. Secondo storyline cercò anche di acquistare la WWE, fino a quando non ci furono problemi con la borsa e furono costretti a cambiare rotta con la storyline.

Ci sono anche dei parallelismi tra la propensione di Trump nell’inventare e discutere di false notizie e il suo periodo in WWE. Quando era nel mondo del wrestling, invece di quello della politica, incolpava lo stesso la stampa per le sue menzogne, come il fatto che i suoi capelli non fossero veri e indossasse una parrucca. Decise anche di ricorrere ad un sondaggio tutto suo quando Vince McMahon gli mostrò che in un sondaggio il 95% dei votanti (tutte celebrità) volevano vedere Trump pelato. Nel suo nuovo sondaggio Trump invece mostrò che il 95% di “Hollywood” voleva in realtà vedere Vince pelato. Anche se in realtà aveva l’opinione di una sola celebrità dalla sua parte, questo non lo fermò dal fare le sue dichiarazioni.

E se pensavate che mettere in mezzo la sua virilità e quella dei suoi oppositori fosse solo una anomalia manifestatasi durante la sua carriera politica, allora pensate male. Invece di mettere a confronto la “grandezza delle mani” con Marco Rubio, Trump paragonava l’altezza della sua “Trump Tower” con i “pompelmi” di Vince McMahon.

Tutte queste tecniche teatrali hanno un solo obiettivo: manipolare il pubblico. Un qualcosa di necessario nel wrestling così come in una campagna presidenziale.

Come lottatore il tuo obiettivo è di attrarre queste persone, questi spettatori, e convincerli a credere in quello che stai vendendo con il messaggio che vuoi trasmettere“, dice Bauer. “E loro potranno incitarti o fischiarti, a seconda di ciò che hai deciso tu. Devi capire prima questo, questa è l’arte della manipolazione della folla.
Le qualità sono simili sia per il politico che per il wrestler. Essenzialmente è una gara di popolarità e di mandare un messaggio, far capire che tu sei l’eroe, il salvatore, il cavaliere senza macchia e senza paura o l’ignobile cattivo. E ovviamente in politica cerchi di farti vedere come una speranza per gli altri. Devi essere quella persona che cambierà in meglio le cose. Serve molta spavalderia e queste qualità sono evidenti nel pro-wrestling, a qualsiasi livello tu lo stia guardando.

E cosa dire dell’ormai noto momento che ha ispirato la GIF sulla CNN condivisa da Trump? Bauer ricorda quel momento in cui “Donald gli è saltato addosso e ci ha dato dentro. Mi aspettavo che Donald sarebbe stato più delicato, invece no, sono stato sorpreso.
Se dovessi rivivere tutto quello che abbiamo fatto con lui, con il senno di poi, sarebbe semplicemente surreale vedere dove andranno a finire gli Stati Uniti per i prossimi quattro anni.

FONTE: HUFFINGTONPOST.CO.UK

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