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L’Intervista: Parla Salvatore Torrisi

Ben ritrovati carissimi amici con le interviste di Spazio Wrestling, oggi mercoledì 13 dicembre è il turno del “Padrino” Salvatore Torrisi.

Salvatore Torrisi è traduttore e telecronista dei programmi WWE su SKY Sport da ormai quasi 12 anni e che svolge al contempo anche il ruolo di traduttore simultaneista per Formula 1, MotoGP e altri eventi sportivi.

Ciao Salvatore, e grazie per la tua disponibilità. Quanto tempo impieghi in media a tradurre una puntata di Raw e una di Smackdown?

SmackDown è da un po’ che non lo traduco, probabilmente riprenderò al termine della stagione dei motori. In generale comunque era un lavoro di un paio d’ore. Raw è decisamente più impegnativo, direi che ci vogliono anche 4-5 ore a volte.

Cosa ti esalta al momento della WWE e di cosa invece faresti a meno?

La WWE sa ancora regalare momenti memorabili e grandi emozioni. Mi viene in mente l’aggressione di Kevin Owens al signor McMahon vista di recente a SmackDown. O, tornando indietro di qualche mese, i grandi match tra John Cena ed AJ Styles o tra Charlotte e Sasha nella divisione femminile.Ogni anno ci sono momenti, faide o match che sanno emozionare fan di ogni età e che ci porteremo dentro per molto tempo. Quello di cui farei volentieri a meno è una certa incoerenza narrativa che sempre più spesso emerge nelle storie

Qual’è secondo te l’incontro più bello che hai commentato?

Domanda difficile, ne ho commentati così tanti! Uno che mi viene subito in mente è il main event di WrestleMania 30, anche per motivi puramente emozionali (come è nato Daniel Bryan era il mio wrestler preferito). Ma anche ai tempi di Classics On Deman ho commentato un numero infinito di grandi match, da tutte le federazioni del mondo. Isolarne uno è davvero complicato, ma un incontro che ho sempre portato nel cuore è il cage match di SummerSlam 1994 tra Bret e Owen Hart, perché penso abbia tutto quello che si possa desiderare di vedere in un match di wrestling: tecnica sopraffina, manovre acrobatiche, emozioni forti, coloi di scena, una storia intensa e ben raccontata che arriva al culmine. Insomma, un vero e proprio classico immortale.

Dove ti diverte lavorare di più nel team di Formula 1 oppure in quello del wrestling?

Sono due lavori diversi che mi danno opportunità diverse. Nella Formula 1 ci sono tante cose da imparare e approfondire a livello tecnico e di lessico specifico e ogni anno ci sono novità interessanti. E le traduzioni simultanee sono sicuramente più stimolanti rispetto a quelle scritte che normalmente svolgo per i programmi WWE. D’altro canto, il wrestling mi dà l’opportunità di effettuare le telecronache o addirittura di cimentarmi in interviste di alcune superstar, come mi è capitato di fare qualche giorno fa con Jinder Mahal. Sono lavori diversi, entrambi appassionanti.

Con quale collega hai il rapporto migliore?

Cominciamo col dire che ho maturato un rapporto professionale corretto e rispettoso con tutti i miei colleghi. E questo è il punto di partenza fondamentale. In passato ci sono state delle incomprensioni, come capita in ogni ambiente, lavorativo e non, ma ormai sono state superate da tempo. C’è rispetto dei rispettivi ruoli, fiducia reciproca ed estrema correttezza professionale: se c’è qualcosa che non va bene ce lo si dice apertamente in faccia, senza andarsi a lamentare presso colleghi o responsabili. Non sempre è stato questo il caso in passato, con altri colleghi, per cui è un aspetto che apprezzo particolarmente. A livello personale, ho maggiori affinità con Luca Franchini, anche se capita più raramente rispetto a un tempo che si esca insieme. E’ una persona gioviale e generosa che è piacevole avere intorno, anche se a volte può sembrare irruento e intimidatorio. Ma è solo apparenza, vi assicuro che in fondo ha un cuore d’oro. E in alcune circostanze me lo ha dimostrato con atti concreti che mi hanno aiutato nella vita professionale e personale.

Cosa ne pensi degli atleti che provengono dalle federazioni minori?

Molti di loro sono stati storicamente tra i miei preferiti, e mi riferisco a Daniel Bryan e CM Punk. E anche attualmente apprezzo moltissimo atleti come AJ Styles, Samoa Joe e Finn Balor. Li ritengo il cuore pulsante della WWE attuale ed è un piccolo successo personale, visto che anni fa mi ero spesso trovato a sostenere la causa di questi atleti presso chi, spesso per ignoranza, li riteneva fenomeni da internet, non all’altezza di misurarsi nella federazione più importante del mondo. E invece la realtà sta dimostrando l’esatto contrario: ferma restando la necessità di adattarsi allo stile e al frenetico calendario di show, viaggi ed eventi collaterali imposto dalla WWE, gli atleti che ho citato prima, uniti ai vari Cesaro, Bobby Roode e molti altri, hanno dimostrato non soltanto di potersi integrare e affermare, ma anche di apportare un valore aggiunto che ha allargato i confini della WWE, rendendo il suo prodotto ancora più completo e attraente per tutte le categorie di appassionati.

Cosa ti aspetti dalla WWE da qui a cinque anni?

Una continua espansione globale, con sempre più superstar e show internazionali. Una presenza del brand in attività sempre più ramificate. E un’evoluzione dei contenuti volta a soddisfare le esigenze di tutte le fasce demografiche di pubblico. Infine, ed è una certezza, molti altri match e momenti memorabili.

Cosa ne pensi dei fan italiani e del loro modo di “vivere” il wrestling?

Uhm.. difficile rispondere. Una cosa che non apprezzo molto nel pubblico italiano, ma vale per tutti gli sport e non solo, è la tendenza a dividersi in fazioni che giudicano per partito preso e senza la capacità di riconoscere meriti e ragioni dell’altra. Questo trova riscontro anche nel wrestling, con la particolarità che, essendo uno sport predeterminato, ognuno ha la pretesa di indicare chi dovrebbe essere meritevole del famoso “push” da parte della federazione, spacciando per oggettivi criteri di giudizi in larga parte personali. Questo però è un fenomeno che manifesta prevalentemente sul web, mentre nelle arene il pubblico italiano è a mio avviso tra i migliori, perché è caloroso e partecipe ma senza travalicare in eccessi di protagonismo e autoreferenzialità.

Il sottoscritto e lo staff di Spazio Wrestling come sempre ci tiene a ringraziare Salvatore se disponibilità e la cordialità avuta in questa occasione e non solo. Di seguito vi lasciamo con alcune foto del nostro “Padrino”. Alla prossima ciaooo.

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