Manca poco più di una settimana a WrestleMania 36 : il Natale di tutti gli appassionati del wrestling è alle porte!
Questa volta però sarà come festeggiare Natale senza cenone, con pacchi regalo vuoti e con della tristissima neve artificiale. Ha davvero senso?
Molte sono state le controversie riguardo lo svolgimento di questa WrestleMania, colpita (come del resto ogni altra manifestazione pubblica di imponenti dimensione) dall’infausto virus che tiene sospese le nostre vite ormai da settimane: alcuni sostengono che sia meglio rimandarla, altri che forse non doveva proprio essere disputata.
In pochi, comunque, si ritengono felici della scelta operata dalla federazione dei McMahon: disputare Mania nelle date prestabilite, ma a porte chiuse.
Insomma, the show must go on, aldilà di tutto e di tutti. Ma questo show, sarà degno del suo nome?
Riuscirà un’edizione tanto particolare di Wrestlemania a rivelarsi storica e, soprattutto, godibile per noi appassionati?
La notizia più temuta da chi segue la WWE è infine arrivata la scorsa settimana: WrestleMania 36, a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo globalmente, si terrà a porte chiuse.
Già solo questo dato rende degna di essere riportata nei libri di wrestling questa edizione come una delle più storiche, se non la più storica di sempre. Mai una Mania era stata disputata a porte chiuse, senza l’importantissimo WWE Universe e nessuno poteva immaginare che avremmo assistito ad un simile spettacolo.
Per quanti sforzi si possano fare, sfido chiunque a trovare un lato positivo in questo elemento. Le porte chiuse presentano solo aspetti negativi che remano contro la buon riuscita dell’evento. Naturalmente questa scelta era obbligata, la WWE non poteva fare altrimenti volendo davvero seguire i piani originali senza spostare il suo evento di maggior importanza.
In prima battuta, porte chiuse vuol dire che nessuno assisterà dal vivo a WrestleMania: non ci sarà pubblico! Per quanto questa osservazione possa risultare banale, le conseguenze di essa sono disastrose. La presenza e la partecipazione degli spettatori live è fondamentale per uno spettacolo di wrestling: chi non la pensasse in questo modo dovrebbe forse riguardarsi le ultime puntate di Raw e SmackDown, anch’esse tenute senza pubblico; il danno arrecato ad alcuni promo di per se eccellenti (penso ai discorsi di Aj Styles e Rollins) è incalcolabile.
Il WWE Universe è il cuore pulsante di ogni spettacolo, è sia centro che cornice della tela dipinta sul ring dagli atleti, è l’atmosfera indescrivibile nata dai cori, dalle reazioni di pancia, dall’interazione che i wrestler hanno con i propri sostenitori durante tutto l’incontro.
Fa davvero male pensare a un Drew McIntyre che potrebbe alzare al cielo la cintura di campione WWE, la più prestigiosa, nel silenzio totale, sulle note solitarie della sua theme song. E questo è solo un esempio: riuscite ad immaginare la fine della streak di The Undertaker senza la reazione del pubblico?
L’aspetto più critico che presenta l’elemento delle porte chiuse è quindi questo: riusciranno gli atleti sul ring e il team creativo dietro le quinte a creare dei WrestleMania Moments degni di questo evento, nonostante la grave mancanza del pubblico?
Ci ricorderemo di questa edizione per ciò che accadrà sul ring e non solo per le straordinarie circostanze che ne fanno da contorno?
Difficile rispondere ora, rimandiamo la domanda a quando avremo già visto WrestleMania.
Inizialmente questa WrestleMania era stata spostata in una singola location, corrispondente al Performance Center di Orlando, luogo destinato all’allenamento e alla formazione delle star della federazione. La WWE ha poi deciso, per ragioni meramente organizzative, di utilizzare più luoghi per registrare il proprio evento. Anche questa scelta contribuisce a rendere storica e del tutto particolare questa WrestleMania e porta con se aspetti tanto positivi quanto negativi.
La soluzione è stata dettata dalla necessità: per rispettare le linee guida del governo contro l’epidemia, non poteva la WWE far riunire più di una cinquantina di persone per la produzione di Mania e naturalmente una crew così ridotta non avrebbe mai potuto soddisfare le esigenze della federazione. Per questo si è optato per l’utilizzo di più luoghi in cui tenere l’evento, per poter impiegare più personale e più atleti. Nonostante questi accorgimenti, la WWE ha eliminato dalla programmazione le due battle royal che ci ha abituato a far vedere dalla trentesima edizione in poi, dato che avrebbero messo a contatto troppi atleti sul ring nello stesso momento.
L’avvicendarsi di un maggior numero di location durante la visione dello spettacolo potrebbe diminuire il fattore noia per noi spettatori. In tempi di crisi come questa ci si accontenta di poco per rompere la monotonia di una Mania senza pubblico, in fin dei conti.
Purtroppo l’unione delle porte chiuse e del fatto che l’evento sarà diviso tra più palazzetti (palazzetti per l’appunto e non stadi di imponenti dimensioni) condurrà la federazione a sacrificare un elemento distintivo e caratteristico di WrestleMania: lo stage. Non aspettiamoci quest anno uno stage di grandi dimensioni e spettacolarità. Non perché non possa essere realizzato in un palazzetto: alcune edizioni del passato disputate al chiuso hanno comunque avuto uno stage ragguardevole. Però c’è da considerare anche il fattore tempo. La federazione avrebbe poco tempo per poter preparare uno stage alternativo da poter inserire in un contesto più ristretto come quello del Performance Center o simili.
Potrebbe comunque farcela? Certo! Ce la farà davvero? Lo vedremo presto.
Possiamo comprendere le obiezioni di chi in questo momento starà pensando allo stage dello scorso anno, che nonostante avesse tutto lo spazio del mondo per potersi sviluppare e risultare spettacolare, si è rivelato invece essere uno spoglio e banale schermo enorme.
Altro punto di novità rispetto alle edizioni degli anni precedenti è che WrestleMania non sarà nemmeno trasmessa in diretta. Viste le condizioni critiche in cui versano gli Stati Uniti, è molto probabile che la WWE tra pochi giorni non riuscirà più a lavorare e a produrre i suoi show. Tenetevi dunque pronti da fan ad attraversare un periodo senza wrestling, forse.
Se uniamo questo elemento al sempre più elevato rischio che un wrestler della federazione contragga il virus, cosa che taglierebbe di netto qualsiasi show televisivo e quindi anche WrestleMania, possiamo capire la scelta operata dai vertici della federazione di registrare proprio in questi giorni lo Showcase of the Immortals. In questo modo i lottatori potranno quanto prima restare nelle loro case ed evitare spostamenti, salvaguardando la loro salute. Nonostante le registrazioni, teniamo a precisare che WrestleMania sarà trasmessa comunque nelle date prestabilite, ad eccezione di un cambiamento nemmeno troppo piccolo di cui discuteremo a breve.
Così avremo una Wrestlemania pre-registrata e già in molti sono i fan che hanno espresso le loro perplessità in merito al rischio di incappare in scomodi spoiler dell’evento addirittura una settimana prima che questo venga trasmesso. Ebbene sembra che tale rischio sia in realtà molto ridotto, giacché la WWE ha invitato ogni operatore e wrestler che collabora alla produzione dello show a mantenere il massimo riservo su quest ultimo. Ai tempi di internet e delle costanti anticipazioni rivelate dai vari insiders questa potrebbe quasi sembrare un’impresa impossibile, eppure il limitato numero di persone coinvolte nel progetto potrebbe davvero consentire alla federazione di non far fuoriuscire nemmeno un risultato. Questo è sicuramente ciò che speriamo tutti noi appassionati, in quanto conservare almeno la sorpresa per risultato e svolgimento dei match è di vitale importanza per vivere con trasporto una Mania già tanto bizzarra.
A ben pensarci, la registrazione potrebbe risultare anche positiva in questo caso: i match potrebbero risultare meglio confezionati, evitando magari qualche errore che in live non passerebbe inosservato; inoltre registrare l’evento prima della messa in onda consentirà alla WWE di proporre delle soluzioni interessanti per alcune contese. Già si vocifera sul web una produzione particolare per il match tra Bray Wyatt e John Cena, con un taglio simil-serie tv, seguendo la scia dell’House of Horrors match o dell’Ultimate Deletion Match.
Se ciò dovesse essere vero, un match proposto con questa veste potrebbe essere una ventata di freschezza nella card, rompere la monotonia di match senza pubblico, giacché questa mancanza non sarebbe avvertita in uno scontro del genere.
Arriviamo così all’ultimo punto di novità che renderà senza dubbio storica e inconsueta questa WrestleMania: l’evento sarà proposto non in una singola serata come di consueto, bensì i match della card saranno divisi in due diverse serate: precisamente, la notte del 4 e quella del 5 aprile. Ancora non sappiamo con precisione come saranno divisi gli incontri e quali andranno in scena il sabato o la domenica. L’unica certezza è che questa scelta risulta essere la più enigmatica e difficile da valutare seguendo il parametro dei pro e dei contro.
Di positivo c’è che in questa maniera la WWE potrà proporre un numero elevato di match nonostante l’emergenza. Propinare al pubblico 8 ore di show a porte chiuse in una sola giornata avrebbe forse fatto scadere tutto nella noia, invece dividere il peso della card facendolo sostenere da due diverse serate porterà più intrattenimento e un minor dispendio di attenzione da parte degli spettatori.
Dopotutto chiunque ha visto anche una sola delle ultime edizioni di WrestleMania in live dall’Italia, quindi rigorosamente in visione notturna che si protrae fino alle prime luci della mattina, saprà quanto è difficile mantenere l’attenzione soprattutto durante quei match che non sono propriamente imperdibili. Ora immaginate quanto poteva essere difficile farlo con uno show senza pubblico, senza cori e immerso in un atmosfera surreale.
Questa era dunque l’analisi degli elementi che caratterizzeranno questa particolare WrestleMania 36. Al netto di tutto ciò, possiamo essere sicuri del fatto che questa edizione, in un modo o nell’altro, passerà alla storia. Le uniche riserve che non saranno sciolte fino alla fine dello show riguardano l’intrattenimento e la qualità dello spettacolo. Ma non sono forse i soliti interrogativi che si hanno per qualsiasi tipo di evento di wrestling?
Voglio ora chiudere l’articolo con un pensiero personale, in barba a qualsiasi regola del giornalismo anche dilettantistico.
Vorrei invitarvi a vedere WrestleMania in compagnia quest anno: la visione condivisa con amici di uno show come Mania è sempre consigliata, chiariamoci, ma mai come in questa peculiare edizione. Nonostante tutte le cose che mancheranno a questa WrestleMania, condividere l’esperienza in compagnia di altri appassionati è la soluzione migliore per divertirsi e non sentire il peso fantasma dello show che poteva essere e che non è stato.
Teniamoci stretta la nostra passione, perché nonostante tutto e tutti, alla faccia del’immondo virus, questa è sempre la NOSTRA WrestleMania, il nostro Natale.
Buona WrestleMania a tutti ragazzi!
Sono Angelo Sorbello, vivo a Genova, sono laureato, ho lavorato per diverse testate giornalistiche, tra cui Il Giornale e il Secolo XIX. Ho diverse passioni, tra cui il wrestling in particolare la WWE.
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