domenica 6 Ottobre 2024
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The Mirror #22- Daniel Bryan: “Fight for your dreams”
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L’atmosfera è tutto per uno scrittore.
Ci sono delle volte in cui una bella storia, per essere apprezzata a pieno, deve essere raccontata con il giusto grado d’immersione. Bisogna sentire le emozioni del personaggio contagiare la nostra mente, fino a farle combaciare con le nostre emozioni. Già è difficile scrivere questo concetto, figuratevi metterlo in atto!
Per questo mi capita di passare ore assorto a figurare nella mia mente l’inizio di un nuovo The Mirrorla costruzione delle fondamenta di tutto l’editoriale, che siano un vero e proprio abito cucito su misura al personaggio di cui andiamo a parlare.
Come lo introduco? Una metafora? Un aforisma? Un piccolo riassunto che lo introduca tramite le sue gesta?
Insomma di modi ce ne sono, ma bisogna scegliere quello giusto.
Ci sono poi anche alcune volte magiche in cui non si ha nemmeno bisogno di una costruzione macchinosa per far partire il cantiere delle parole che può essere un editoriale, perché la storia che si vuole raccontare ha già di per se un’atmosfera da pelle d’oca che fa impallidire i migliori racconti fantasy.
È questo senza ombra di dubbio il caso di Daniel Bryan, leader dello Yes Movement nonché icona del popolo WWE degli ultimi anni. La sua storia, che narrava la scalata al vertice di un uomo semplice, sembrava ormai interrotta per sempre in maniera brutale a causa di un grave infortunio. Ma il destino è tanto infame quanto ironico e Bryan solo due settimane fa ha dichiarato commosso al pubblico mondiale di aver ricevuto dai medici il via libera per tornare a combattere sul ring e inseguire la sua passione di una vita.
Insomma, se lotti per i tuoi sogni loro lotteranno per te, giusto?

LA FORMAZIONE
Bryan Lloyd Danielson nasce nel 1981 ad Aberdeen nel ventiduesimo mese di maggio. Il padre è un taglialegna -evidentemente Bryan ha ereditato tutte le sue camicie da lavoro- e la madre una terapeuta.
Durante il periodo della High School Bryan partecipa a numerose competizioni in diversi sport, compreso il football. per quanto riguarda il wrestling, inizia invece a lottare nel quadrato grazie alla Backyard Championship Wrestling, realtà piccola che però rappresenta per lui il primo vero e proprio incontro con la disciplina che gli cambierà la vita.
L’impatto che il wrestling avrà sulla vita del giovane Bryan risulta evidente già a partire dal 1999 quando, dopo aver conseguito con successo il suo diploma, prende la decisione di iscriversi alla scuola di Dean Malenko e diventare così un wrestler professionista. La sua avventura in questa prima scuola è fruttuosa ma poco significativa visto che non molto tempo dopo questa deve chiudere, costringendo Danielson a cambiare scuola. Il buon Daniel non si accontenta certo di ripieghi e opta per impegnarsi con la Texas Wrestling Academy, gestita niente meno che da Shawn Michaels.
 Grazie alle sue esperienze formative riesce ad ottenere un contratto di sviluppo con la WWF che prima lo manda alla MCW, ex territorio di sviluppo, poi lo utilizza come jobber negli show Velocity e Heat.

IL PILASTRO DELLA ROH
Nel 2002 lascia la WWF per dedicarsi ad una nuova federazione della scena indipendente, la Ring of Honor.
Bryan milita in suddetta federazione fino al 2009, venendo considerato uno dei pilastri fondamentali della ROH, lottando tra l’altro quasi sempre in match da main event. La particolarità delle sue contese era senza dubbio la durata -oltre che una spiccata spettacolarità- segnando record di longevità sul ring come il match della durata di 80 minuti contro Austin Aries.
Il suo primo titolo mondiale arriva presso la Ring of Honor nel 2005, quando vince il ROH World Championship. Memorabile sarà la sua faida per il titolo contro Chris Hero (Kassius Ohno di NXT), con quest’ultimo che invade la ROH, provenendo dalla CZW, e mette subito gli occhi sul titolo detenuto dall’American Dragon. Daniel Bryan riesce però a mantenere saldo il suo regno e anzi, rilancia la scommessa su se stesso e punta ad unificare il titolo mondiale con il ROH Pure Championship. 
La grande impresa riesce al talentuoso lottatore, che strappa il secondo titolo dalle mani di Nigel McGuinness.
Daniel Bryan lascia la federazione nel 2009, attratto dal richiamo di ben più prestigiosi lidi che recano il nome di WWE.

UN INIZIO DA DIMENTICARE
Nell’agosto del 2009 viene annunciata la firma di Daniel Bryan con la WWE.
Viene dapprima trasferito come tutti i giovani talenti nella Florida Championship Wrestling. In quel tempo si sta progettando anche l’arrivo dello show televisivo NXT, una sorta di ibrido tra un reality e uno show di wrestling: Daniel viene selezionato per essere uno degli 8 talenti partecipanti che si sarebbero giocati un posto nel roster di Raw e un’opportunità titolata in un ppv. Ad affiancare come mentore l’inesperto Bryan è The Miz. L’esperienza del ragazzo ad NXT non è delle migliori: perde tutti i match che affronta, con uno storico vittorie-sconfitte che segna un lapidario 0-10, tanto da essere eliminato dalla competizione.
Bryan riesce comunque ad entrare a far parte del main roster attraverso il cavallo di troia del Nexus, una stable che racchiudeva tutti i partecipanti ad NXT: il gruppo fa il suo debutto interrompendo un match tra CM Punk John Cena, assaltando brutalmente entrambi. Durante questo segmento la federazione intravede nelle gesta di Bryan una violenza eccessiva, soprattutto nell’atto di strangolare un inerme Justin Roberts, il ring announcer, con una cravatta: ciò fa si che Daniel venga allontanato dal Nexus e licenziato dalla stessa WWE.
La sua grande avventura sembra essere arrivata prematuramente al termine.

SUPERARE IL MAESTRO
Bryan torna dunque sconsolato a combattere per le federazioni indipendenti, coltivando nel suo cuore l’illusione di poter tornare a calcare un ring della WWE. Tale illusione sembra però presto acquisire i contorni solidi della realtà, quando la federazione fa tornare Daniel Bryan a SummerSlam del 2010, facendolo unire al Team WWE che avrebbe affrontato il Team Nexus. La decisione non è stata frutto solo della volontà della WWE, bensì è stata merito dei fan che con mille petizioni chiedevano a gran voce la riassunzione del loro beniamino. Vediamo come già dagli albori della sua storia l’apporto del pubblico per Bryan sia sempre stato una costante.
A qualcuno tuttavia il successo di Daniel non va prorpio giù: stiamo parlando del suo ex mentore, The miz, che trova qualsiasi modo per mettere i bastoni tra le ruote del giovane wrestler. Daniel Bryan è però pronto a rispondere al fuoco, tanto che riesce a sottrarre il titolo US dalle mani di Mizanin in quel di Night of Champions.
Dopo la conquista titolata il neo campione sfida l’Intercontinental champion, Dolph Ziggler, ad un match previsto per Bragging Rights, come parte degli scontri Raw vs SmackDown. Daniel riesce ad avere la meglio sul rivale, mettendo su tra l’altro un match molto acclamato da pubblico e critica.
Il titolo a stelle strisce viene poi vinto da Sheamus, che sconfigge il buon Bryan.

AMORE AGRODOLCE
Bryan viene spostato nel roster di SmackDown. Il suo successo continua a crescere e la federazione decide di premiarlo nel mese di luglio, affidando a lui proprio la valigetta del Money in the Bank. Incassa la sua chance titolata a novembre con successo, portando via all’allora campione Mark Henry il titolo mondiale dei pesi massimi. La sua vittoria viene però invalidata dal general manager di SmackDown poichè il campione non era in condizioni di combattere: a Bryan viene comunque restituita la valigetta, che incasserà nuovamente in maniera brillante a TLC del 2011, divenendo finalmente campione del mondo. È anche il primo wrestler della storia di NXT ad aver conquistato un titolo mondiale nel roster principale.
La carriera va alla grande ma anche il cuore vuole la sua parte, per questo Bryan inizia una relazione con la seducente Aj Lee (kayfabe) che diviene anche la sua manager.

Tutto procede a gonfie vele per il campione, tanto che nel suo personaggio iniziano ad accentuarsi i caratteri della superbia e della tracotanza che lo tinge di fosche tinte da heel. Nonostante questo riesce ad uscire indenne dai match contro Big Show e Mark Henry, difendendo la sua cintura fino a Wrestlemania, evento in vista del quale il vincitore della Royal Rumble, Sheamus, ha scelto proprio Bryan come suo sfidante.
La relazione di Bryan e Aj inizia però ad incrinarsi, arrivando solo miracolosamente a Wrestlemania XVIII. Prima del match contro Sheamus la giovane donna concede un bacio portafortuna al suo uomo, ma la campanella è già suonata e lo sfidante utilizza questo momento di distrazione e debolezza per conquistare il titolo e, purtroppo, anche la dignità di Bryan. L’ex campione incolpa la Lee della sua sconfitta e decide di mettere una pietra su questo amore.
Dopo l’insuccesso nel reclamare il titolo mondiale, Bryan si sposta nel giro del titolo WWE, detenuto da CM Punk, senza ottenere particolari successi.
Bryan cerca riparo dagli insuccessi tra le braccia della sua vecchia fiamma, Aj Lee, riuscendo a riallacciare i rapporti con questa fino addirittura a chiederle di sposarlo. La ragazza sembra al settimo cielo ed accetta la proposta, decidendo di celebrare il rito sacro dell’amore in quel di Raw 1000. In realtà tutto fa parte di un macchinoso disegno di vendetta della donna, che molla Bryan sull’altare davanti a tutto il pubblico e annuncia di essere la nuova GM di Raw, posizione dalla quale potrà torturare l’ex fidanzato per tutto ciò che le aveva fatto.
Le donne vincono sempre Bryan, impara!

A BRACCETTO COL DEMONIO
Aj costringe Daniel Bryan ad affrontare Kane a SummerSlam, ma l’American Dragon riesce ad avere la meglio sulla Big Red Machine. Tra i due lottatori sorgono continui litigi che creano problemi alla novella GM, tanto che quest’ultima decide di iscriverli ad un corso di gestione della rabbia. Inutile dire che tale rimedio non frutta molto, anzi acuisce i diverbi tra i due, che sono però costretti a formare un tag team, il Team Hell No.
Questa coppia è così disfunzionale da riuscire a creare dei bei teatrini comici che intrattengono molto fuori dal ring, ma anche a portare a casa numerose vittorie che gli valgono anche la conquista dei titoli di coppia, in maniera del tutto inaspettata.
Nel panorama del wrestling WWE si è affacciata una nuova forza dominante, lo Shield. Kane e Daniel Bryan si oppongono al nuovo gruppo, facendo squadra anche con Ryback nel vano tentativo di fermare Rollins, Ambrose e Reigns. Sarà proprio questa fazione a strappare dopo 254 giorni di regno i titoli di coppia dalle mani di Bryan e Kane.
Daniel dopo la sconfitta è ossessionato dal dover dimostrare a tutti di non essere l’anello debole della squadra, tornando ad avere un atteggiamento aggressivo nei confronti degli avversari. Ciò lo porta a subire ulteriori sconfitte accanto a Kane, tanto da decidere di allontanarsene.
Viene accostato così a Randy Orton, con cui ha però poca intesa e seppure riescono a terminare la striscia di imbattibilità dello Shield almeno negli show TV, falliscono la vittoria dei titoli tag team.
Nel frattempo i critici e gli appassionati del wrestling iniziano a costruirsi un’opinione ben precisa sul ragazzo di Aberdeen, definendolo il miglior wrestler della WWE sia per tecnica che per connessione col pubblico.

CONTRO IL SISTEMA
Fallita la loro esperienza in tag, Daniel Bryan e Randy Orton iniziano una striscia di match che spesso vedono uscire vincitore l’American Dragon. Bryan non si ferma più e costruisce settimana dopo settimana una buona serie di successi, prima contro Orton, poi anche con Sheamus e Christian. Non riesce ad affermarsi durante il Money in the Bank Ladder Match che vede invece trionfare il rivale Orton.
Chiusa una porta, si apre un portone, e che portone!
John Cena in vista di SummerSlam deve scegliere un avversario che lo sfidi per il suo titolo WWE: la scelta ricade a furor di popolo su Daniel. Durante l’evento più importante dell’estate WWE Daniel Bryan sconfigge John Cena ed alza al cielo la cintura di campione tra il boato della folla. Triple H era l’arbitro speciale dell’incontro, per assicurarsi che non venissero commesse ingiustizie ai danni di Bryan: questo perchè Vince McMahon non vedeva nel ragazzo il potenziale per diventare il nuovo volto della federazione, soprattutto per il fisico minuto; d’altro canto Hunter credeva in Daniel e che dovesse avere la sua chance di ribaltare i pronostici. Tornando al match di SummerSlam, sul ring i festeggiamenti sono in corso, sia HHH che Cena si congratulano con il neo campione, fin quando qualcuno non entra a rovinare la festa: è il nuovo Mister Money in the Bank Randy Orton, che si avvicina inesorabilmente al ring. E proprio in questo momento l’inganno è svelato: Triple H colpisce Bryan con un Pedigree, lasciando ad Orton la carcassa del campione pronta per essere dilaniata dalla Vipera. E cosi accade: Randy Orton incassa il suo contratto e vince il titolo WWE.

https://www.youtube.com/watch?v=vz_sZqCCwg0

L’Authority sii era così formata scegliendo Randy Orton come volte della WWE.
Tuttavia Daniel Bryan non si da per vinto, resiste agli attacchi del campione e dello Shield, va oltre qualsiasi ingiustizia fino a Night of Champions, ppv in cui può riaffrontare Orton per il titolo. Il match va splendidamente per Daniel che alla fine rimette le sue mani sulla cintura che aveva perso poco prima, vincendo il match.
La strada era ormai compiuta?
La triste risposta è un secco e sonoro “no!”: la notte successiva Bryan deve restituire i titolo perché l’arbitro del suo match contro Orton aveva fatto un conteggio veloce sulla vittoria di Daniel. L’American Dragon aveva forse assoldato il direttore di gara per avere un favoritismo? Anche questa volta la risposta è no, era tutto solo un altro modo per “fregare” Bryan e non permettergli di raggiungere il vertice della federazione.
Ad Hell in a Cell si ripropone il match Bryan-Orton, ma questa volta nella gabbia d’acciaio e con un nuovo arbitro speciale: Shawn Michaels, maestro di Daniel Bryan. È proprio quest’ultimo a decidere le sorti del match, colpendo il suo ex allievo in nome dell’amicizia che lo lega a Triple H e porgendo la vittoria su un piatto d’argento a Orton, ancora una volta.

CALANO LE TENEBRE
 La sera seguente, durante la puntata di Raw, Shawn Michaels offre una stretta di mano riconciliatrice a Bryan, che per tutta risposta lo chiude nella sua Yes Lock. Più tardi, nella stessa serata, viene però attaccato dalla Wyatt Family. Lo scopo dichiarato da Bray Wyatt, leader di questo pazzo pazzo gruppo, è quello di reclutare Daniel all’interno della sua “famiglia”, che assomiglia più a una setta. Dopo le prime resistenze opposte da Daniel, che per l’occasione trova un alleato in CM Punk, il fenomeno dalla barba lunga cede di fronte al fascino del male esercitato da Bray e si sottomette dunque al guru.
Lo strano accordo viene presto rotto quando la Family punisce Daniel per gli scarsi risultati raggiunti dal gruppo da quando lui ne ha iniziato a far parte: a quel punto una fiamma si riaccende nel cuore di Bryan e lo porta a ribellarsi al gruppo di scellerati.
Affronta allora Bray Wyatt durante il ppv Royal Rumble, uscendone sconfitto.

ARRIVA LO YES MOVEMENT!
 Daniel Bryan non prende parte al Royal Rumble Match, che viene alla fine vinto dal rientrante Batista: l’intento della WWE era quello di proporre Batista come face, ma il pubblico voleva troppo vedere Daniel affermarsi e partecipare al main event di Wrestlemania XXX e invece non lo trova nemmeno tra i partecipanti alla rissa reale., e questo porta a una delusione generale dei fan del wrestling.
Dopo aver fallito anche l’opportunità di vincere il titolo ad Elimination Chamber, Bryan capisce che se vuole battere il nemico deve tagliarli la testa e così, in un segmento storico che passerà sotto il nome di Occupy Raw, nel quale Daniel e alcuni esponenti dello Yes Movement occupano il ring di Raw bloccando di fatto lo show, Bryan chiede a Triple H di sfidarlo ad un match a Wrestlemania. C’è una clausola speciale riguardo tale contesa: chiunque avesse vinto il match sarebbe entrato di diritto a far parte del main event di Wrestlemania per il titolo massimo.

Arriva dunque Wrestlemania XXX e con essa anche il match tra Daniel e Hunter: la contesa vede alla fine prevalere l’American Dragon, che si ritaglia così il suo spazio accanto a Randy Orton e Batista nel finale dell’evento. Lo stesso destino votato al successo conduce Bryan ad affermarsi anche nel secondo match della serata, coronandolo nuovo campione del mondo e concludendo una storia degna delle migliori fiabe.
E pensare che originariamente l’avversario di Bryan per Mania doveva essere Sheamus.
Questa storia insegna che il WWE Universe, quando si muove compatto a favore di un lottatore può davvero cambiare le carte in tavola! Il grande affetto dei fan, unito anche al fattore dell’abbandono di CM Punk, ha fatto si che Bryan muovesse i suoi passi fino all’apice della montagna proprio nella trentesima edizione dello Showcase of the Immortals.

LA SFORTUNA COLPISCE
Poche settimane dopo il grande evento, Bryan si scopre senza più forza al braccio destro. Questo lo porta a sottoporsi ad un intervento chirurgico al collo e a rinunciare di conseguenza al titolo WWE dopo appena 64 giorni di regno. I pareri dei medici divergono: c’è chi dice che Bryan abbia bisogno di un secondo intervento, chi addirittura dice che non sarebbe più tornato a combattere sul ring.
La visione più catastrofista viene per fortuna abbattuta dallo stesso Bryan, che durante la puntata di Raw del 29 dicembre 2014 annuncia di poter tornare a combattere e di voler partecipare all’annuale Royal Rumble Match.
Perde l’occasione di vincere la rissa reale e perde anche contro Roman Reigns a Fastlane, in un match che avrebbe decretato lo sfidante al titolo di Brock Lesnar. Durante Wrestlemania 31 Bryan vince il titolo Intercontinentale.
Per questa scelta, come anche per quella di non lasciargli vincere la Royal Rumble, la WWE ha subito un fuoco incrociato di critiche da parte di appassionati ed esperti del settore.
Arriva maggio e con esso le cattive notizie: Bryan deve lasciare vacante anche il titolo Intercontinentale per le sue condizioni mediche  precarie, così come era successo solo un  anno prima.
Da quel momento in poi inizia il calvario di Daniel tra medici WWE ed esterni, con i primi che non lo dichiarano idoneo a combattere e con i secondi che si dividono tra favorevoli al suo ritorno sul ring e chi pensa invece debba ritirarsi.
È l’8 febbraio 2016 quando ormai Daniel Bryan sembra essere pronto ad accettare la sua condizione medica e ritirarsi dal ring, come annuncia per l’appunto durante una puntata di Raw. Inutile dire quanto il momento sia stato toccante, meglio per voi vederlo direttamente con i vostri occhi.

RESURREZIONE
 Ma la fiaba poteva davvero finire così, modo tanto amaro?
Beh tutto lasciava presagire una risposta positiva a questa domanda, con Bryan messo dalla federazione prima al tavolo di commento, poi istituito GM di SmackDown accanto al Commissioner Shane McMahon. Lo abbiamo visto settimana dopo settimana salire tra le corde del ring per annunciare e stipulare match nei quali lui non sarebbe stato involto, non sarebbe stato altro che un passivo spettatore come chiunque altro da casa. Ma la sua passione non si è mai spenta, la sua volontà di tornare sul ring non si è mai raffreddata, bensì la covava come un uovo al sicuro, nel suo cuore o chissà dove. Era pronto a far scadere il suo contratto con la WWE per tornare sul ring nei palchi indipendenti, visto il gran numero di pareri medici positivi ad un suo ritorno sul ring.
E poi il miracolo…
La WWE da il via libera a Daniel per tornare a combattere sul ring: due settimane fa si spargono le prime voci, confermate poi dall’atleta stesso e dalla federazione, che durante la puntata di SmackDown del 20 marzo 2018 apre lo show con un commovente discorso in cui da la lieta notizia a tutti noi.

La fiaba in cui sta vivendo Daniel Bryan, insomma, non è ancora giunta al termine. Tra due settimane, a Wrestlemania 34, lo vedremo competere accanto a Shane McMahon per affrontare Kevin Owens e Samy Zayn in ujn tag team match. La gioia in noi fan è naturalmente smisurata e lo Yes Movement è sopravvissuto senza problemi a questi anni di assenza dal ring di Bryan, divenendo anzi ogni anno più forte ancora.
Certo la preoccupazione per le condizioni di salute di Daniel è sempre alta, visti anche i precedenti due titoli lasciati vacanti. Vedremo insomma come andrà a finire la storia di quello che, senza ombra di dubbio, è uno dei wrestler più amati degli ultimi anni in WWE -volendoci anzi sbilanciare potremmo dire che è uno dei più amati di sempre- se continuerà a lottare senza problemi e riuscirà anche a conquistare presto qualche titolo.

Per il momento non mi resta che salutavi, augurarvi una buona Pasqua e soprattutto una buona settimana di Wrestlemania. Il The Mirror ritorna tra due settimane, spero che ancora una volta sarete qui per condividere insieme una nuova storia!

 

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