venerdì, Aprile 26, 2024
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THE PIPE BOMBER: La AEW può essere una minaccia per la WWE?

Bentornati amici e amiche di SpazioWrestling tra le pagine del Pipe Bomber, nelle quali oggi andremo a trattare un tema davvero scottante e sulla bocca di tutti.
La All Elite Wrestling può davvero spaventare la WWE? Il giovane soldato può incutere terrore al veterano?
Ci lanceremo in un’analisi dell’argomento per cercare di capire quanto sia pericolosa la sfida lanciata dalla Elite al prodotto targato McMahon e quali sono in realtà i margini di un possibile sorpasso futuro ai danni di quest’ultima.

Il mese di gennaio 2019 verrà per sempre ricordato come il mese dell’Elite. Infatti nel primo giorno del nuovo anno è stata sganciata sul pubblico una bomba in grado di stravolgere completamente il panorama del wrestling a livello mondiale: Cody Rhodes e gli Young Bucks hanno annunciato la fondazione di una nuova federazione di wrestling, la All Elite Wrestling.
Inutile dire che il progetto sin dall’inizio ha destato la massima attenzione in tutti i fan, soprattutto chi segue da molto i territori indipendenti e la New Japan Pro Wrestling. In questo clima di febbrile attesa tutti gli occhi del mondo del wrestling erano puntati sulla città di Jacksonville, quartier generale della federazione e luogo dove si è svolta lo scorso 8 gennaio una conferenza in cui sono stati annunciati alcuni wrestler già sotto contratto (di cui tratteremo tra poco) e la data del primo evento, fissata per il prossimo 25 maggio.

Ma quale è l’origine dell’idea alla base della AEW? Chi sono gli artefici?
Già solo il nome dovrebbe darci un indizio prezioso per rispondere a questa domanda: il nucleo di persone da cui è partita e maturata questa idea, ormai divenuta realtà effettiva, è da ricercare nella Elite, stable che ha conquistato vari territori tra cui la NJPW e la Ring Of Honor. Membri principali del gruppo sono Cody Rhodes, Kenny Omega, gli Young Bucks, Adam Page.
I veri artefici di tutto sono stati però gli Young Bucks e Cody Rhodes: i tre si sono attivamente spesi per la creazione di uno spettacolo che coinvolgesse tutto l’ambiente indipendente della disciplina, fondendo tutti questi elementi per dar luce a un mix esplosivo che ha conquistato il cuore del pubblico. Lo show ha preso il nome di All In, sottolineando l’azzardo che c’era dietro questa folle idea, e si è svolto il 1 settembre 2018.
Possiamo affermare con sicurezza che la AEW è figlia ed erede proprio dell’esperimento All In, riuscitissimo in ogni suo aspetto.

 Il problema economico: finalmente una nuova federazione con un budget elevato?
Uno dei fattori che ha sempre ostacolato la crescita di molte realtà indipendenti del wrestling mondiale è sicuramente quello legato a tematiche economiche. Nessuno può permettersi di spendere le cifre che la WWE mette a disposizione per i propri show e soprattutto nessuno può ostacolare la WWE quando decide di mettere sotto contratto un talento, viste le cifre con cui riesce ad imbottire i contratti. La AEW è destinata a seguire lo stesso tragico filo?
In realtà le spalle della nuova federazione sembrano ben coperte, poiché i presidenti che si sono presi l’impegno di finanziarla sono dei milionari: Shahid Khan, imprenditore di successo pakistano che vanta il possesso della squadra di calcio inglese del Fulham nonché  della società di football americano dei Jacksonville Jaguars, e suo figlio Tony Khan sono la punta di diamante della dirigenza della AEW. Il loro patrimonio contribuisce a rendere la federazione potenzialmente competitiva per la WWE, sia in termine di allestimento show sia per quanto riguarda la mole delle offerte che possono essere inoltrate ai wrestler per convincerli ad unirsi al progetto.

 I soldi non mancano, ma la gestione creativa riuscirà a convincere il pubblico?
Questa è una questione davvero spinosa, essendo che nessuno show è ancora andato in scena e dobbiamo basarci solo su supposizioni e su quanto visto ad All In. Cody Rhodes e gli Young Bucks hanno dimostrato di saper svolgere un buon lavoro di produzione dietro le quinte di All In, che è risultato essere un evento più che godibile e ha rispettato la promessa nonché sfida di essere ricordato come il più grande show indipendente di sempre. Ma una cosa è gestire un singolo evento, ben altra è organizzare trame più o meno complesse che portino lo spettatore a fidelizzarsi e destino la sua curiosità. Inoltre tra i tre l’unico che per ora figura come produttore, oltre che vice presidente unitamente ai Bucks in questo caso, è Cody Rhodes.  Nella produzione spicca anche il nome di una vecchia conoscenza della WWE, il buon Billy Gunn, oltre che un vero veterano del mondo indipendente come B.J. Whitmer. Insomma anche sotto questo punto di vista le basi sembrano essere buone, aspettiamo comunque almeno il 25 maggio per farci una prima impressione sulla gestione e sulle storie che verranno create.
Volendo essere del tutto onesti potremmo dire che se la WWE non migliora il proprio prodotto in termini di storyline e booking non ci vuole molto a sorpassarla sotto tale punto di vista, anche se dobbiamo ammettere che la federazione dei McMahon sembra essersi avviata lungo un cammino virtuoso verso una redenzione agli occhi dei fan. Forse anche per timore dell’arrivo della AEW?

Il materiale umano: tanto talento nei ranghi della nuova nata, ma i personaggi sapranno appassionare?
La gestione delle storyline di una federazione è legata a doppio filo con le personalità che popolano il suo roster. Fino ad ora solo pochi nomi certi sono stati annunciati: ci saranno certamente Rhodes e i Bucks, ci sarà Adam Page, ci sarà a sorpresa anche PAC, ex Adrian Neville in WWE. Il vero nome di punta per ora è però quello di Chris Jericho, veterano che può attirare orde di fan anche da solo e che darà per questo una spinta fondamentale almeno all’inizio per la AEW.
Il talento sembra quindi non mancare nelle fila della federazione, anzi proprio su questo aspetto dovrà maggiormente puntare questa nuova realtà per dare filo da torcere ai rivali: costruire dei match ineccepibili sotto il punto di vista del lottato per poi poter intessere storie interessanti che giustifichino l’azione sul ring.
La vera domanda semmai è se la AEW riuscirà a far entrare nel cuore di un pubblico più ampio anche i personaggi più sconosciuti. Fin ora molti atleti della All Elite si sono misurati per la maggior parte del tempo con un pubblico forse più specializzato e dal palato più fine, come spesso è il pubblico delle indipendenti. Eppure con la fondazione della AEW la posta in palio si è notevolmente alzata e l’attenzione catalizzata farà arrivare anche gli sguardi del pubblico cosiddetto mainstream e più casual a posarsi su questi atleti. Per poter competere con la WWE la All Elite dovrà proporre personaggi dinamici e appassionanti, in grado di incidere la propria faccia nella mente degli spettatori, cosa che riesce a molti atleti della WWE anche quando le storie risultano poco scorrevoli.
Sulla riconoscibilità dei wrestlers si giocherà quindi una partita fondamentale per decretare il successo o meno della AEW.

Due assi nella manica: Kenny Omega e CM Punk


Alla AEW manca ancora qualcosa per poter davvero intimorire la WWE, manca un “leader” del roster, una Top Superstar in grado di attrarre qualunque appassionato, dal più smart al più mark. Non me ne voglia il buon Y2J che certamente fa parte di questa categoria, però credo che la All Elite abbia due occasioni di fare il botto davvero, una abbastanza realistica e l’altra a metà tra i miei sogni più sfrenati e il mondo fisico.

Partiamo dal primo nome, quello di Kenny Omega: il lottatore ad oggi considerato da molti come migliore del mondo (per me è invece ancora Seth Rollins) ha rotto gli indugi dichiarando apertamente che alla fine di questo mese scadrà il suo contratto con la NJPW e non ha intenzione di rinnovarlo. Da quel momento rumors su rumors si sono susseguiti, molte volte portando avanti ipotesi contrastanti tra di loro: Omega firma con la WWE? O con la AEW? Entra nella Royal Rumble o segue i suoi amici dell’Elite? Ancora non sappiamo nulla riguardo la sua scelta definitiva, ma tale interrogativo è in verità di primaria importanza per il nostro discorso: portare via la sua possibile punta di diamante alla AEW per la WWE vorrebbe dire mettere in difficoltà la concorrenza, tanto che i McMahon sembrano aver offerto una cifra che si aggira attorno ai 4 milioni di dollari annui per accaparrarsi il talento ex NJPW. Ma se il portafoglio suggerisce ad Omega di andare in WWE, dove potrebbe terminare la sua carriera calcando il palco più ambito da tutti, quello di Wrestlemania, il cuore lo porterebbe invece a seguire le amicizie che vanno oltre il semplice spettacolo e firmare dunque con la All Elite. Vedremo quale sarà la sua scelta, ma per ora vedo in vantaggio la AEW con un bel 65% di possibilità.

L’altro nome è da capogiro: CM Punk.
Il Best in the World sarebbe un’acquisizione eccezionale per la neonata federazione, donandogli uno sbocco su un bacino di utenza esagerato (bacino in cui io stesso sono sommerso). Punk ha più volte ribadito di non avere più un futuro con la WWE e che un suo ritorno sarebbe impossibile. In realtà ha dichiarato di aver chiuso con il mondo del wrestling in generale, anche se appare chiaro che sia ancora interessato alle vicende che cambiano questo mondo e non ne sia realmente del tutto estraneo. Una parte del suo cuore batte sempre per il primo amore e la All Elite Wrestling potrebbe realmente convincerlo a tornare sul ring ancora. O magari potrebbero portarlo almeno dietro il tavolo di commento, il che basterebbe comunque per far avvicinare i suoi fan. Dopotutto lo stesso Punk ha già partecipato al  meet & greet svolto in occasione di All In, quindi perché non sognare?

In definitiva, dopo aver analizzato gli elementi che per ora sono a nostra conoscenza sulla nuova realtà della All Elite Wrestling voglio rispondere alla domanda iniziale: sì, la AEW potrebbe davvero riuscire a minacciare la leadership della WWE, anche se sicuramente non nel breve termine. Sarà una questione che continueremo a porci per i prossimi 10 anni se la federazione della Elite riuscirà a sopravvivere e crescere nel tempo.
Noi appassionati in fondo non facciamo altro che guadagnare da tutta questa situazione, poiché spesso dove c’è concorrenza c’è anche un miglioramento dei prodotti tra loro concorrenti e quindi più divertimento per tutti!
Io voglio essere positivo e credere nella buona riuscita del progetto AEW, riconoscendo la presenza di alcune caratteristiche che potrebbero rivelarsi vincenti: ottimo budget, ottimi wrestler, possibili buone storyline.
Stiamo a vedere come evolve la situazione e attendiamo il 25 maggio, data del primo show dal nome più azzeccato di sempre: Double or Nothing.
Riuscirà la AEW a sbancare o perderà tutto?

 

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