Ieri è esplosa la notizia che ha fatto tanto discutere l’intero wrestling web: molti atleti della WWE, nonché addetti ai lavori, sono rimasti bloccati in Arabia Saudita dopo aver partecipato a Crown Jewel. La federazione ha diramato un comunicato ufficiale che riportava come causa del disguido un problema tecnico all’aereo che avrebbe dovuto riportare tutti gli interessati negli Stati Uniti.
Tralasciando il discorso sulla ricostruzione dei fatti inerenti a questo incidente, trovo molto interessante constatare come questo problema nell’ingranaggio organizzativo dell’evento arabo si offra come metafora perfetta, naturale, dell’ultimo mese di spettacoli della WWE. La federazione intera, un po’ come accaduto ai suoi performer, è rimasta bloccata. Non bloccata in un aereo, in un paese straniero: bloccata nel tempo.
E se molti commentatori, soprattutto online, hanno sostenuto che il prodotto “wrestling” non fosse nel 2019 più appetibile come un tempo (tesi comunque non molto lontana dal vero, a dirla tutta), cerchiamo insieme di fare gli avvocati del diavolo e vedere i motivi per cui, proprio a partire dall’incidente arabo, il prodotto della federazione dei McMahon potrebbe prendere il volo (almeno lui) dalle prossime settimane e segnare dunque un nuovo, bellissimo inizio per noi fan della WWE e del wrestling in generale.
L’11 e il 14 ottobre di questo anno abbiamo assistito, rispettivamente negli show di SmackDown e Raw, al nuovo Draft della WWE e all’estinzione della pessima Wild Card Rules. Nel contempo NXT ha subito un grande cambiamento, trasformando il proprio formato da show pre-registrato a live e vedendo un allungamento importante, da 1 ora di spettacolo a ben 2 ore attuali.
Insomma, grandi cambiamenti in casa WWE, una casa ammuffita negli ultimi tempi che aveva bisogno di una bella ristrutturazione e di una boccata di aria fresca.
La maggior parte degli spettatori ha accolto con entusiasmo la possibilità di rivedere due show finalmente diversi, in quanto ad offerta di atleti, e magari anche più strutturati, soprattutto per quanto concerne le storyline. E c’era materiale importante per cui essere fiduciosi: la FOX avrebbe speso ingenti capitali per condurre SmackDown su di un livello più alto e i nuovi incarichi affidati a Paul Heyman ed Eric Bischooff promettevano degli sviluppi interessanti per la fase narrativa.
A un mese di distanza possiamo ben dire che le promesse e le attese siano state rispettate solo a metà, in quanto gli show ci hanno permesso di assistere a grandissimi match, soprattutto sul piano del lottato, ma al tempo stesso le storyline sono state congelate. La WWE stessa è stata messa in ibernazione, almeno per quanto riguarda i piani a lungo termine. Perché questa era glaciale?
Ovviamente perché a fine ottobre, nei fatti pochi giorni fa, la WWE è stata impegnata nella realizzazione di uno show in Arabia Saudita, nel rispetto degli accordi stipulati con la nazione su base decennale. Tutti i fan di wrestling ormai hanno capito di non dover attendere con troppa ansia questi spettacoli in terra straniera, perché nella pratica si rivelano essere nulla più che degli house show gonfiati dai soldi Arabi, che possono comprare di tutto, anche l’uscita dal ritiro di una leggenda come Shawn Michaels.
E siamo stati anche abbastanza fortunati questa volta, poiché Crown Jewel è stato un buon evento, sufficiente a divertire a tratti il pubblico. In più ci ha regalato anche un bel momento di shock, quando The Fiend ha strappato il titolo dalle mani di Seth Rollins in maniera piuttosto inattesa.
Il problema vero risiede nella tempistica di tutto questo: proprio quando la federazione aveva promesso un nuovo inizio, un fresh start al suo prodotto, l’evento arabo ha messo in pausa il tutto. I motivi sono diversi, ma il maggiore è soprattutto la volontà della federazione di assecondare le richieste folli(ma proporzionate al prezzo pagato) degli organizzatori arabi. Per questo abbiamo subito il debutto alquanto frettoloso di Caìn Velàsquez e l’oscena rivalità tra Braun Strowman, ormai giullare, e Tyson Fury.
Dovendo proporre Caìn come contendente al titolo massimo detenuto da Brock Lesnar, non si è potuta costruire una rivalità vera attorno alla cintura, se non quella abbozzata che vede coinvolto anche Rey Mysterio. E questo è solo un esempio della pausa di cui sopra dicevamo.
Eppure, ora che Crown Jewel è alle spalle e gli atleti stanno tornando dalla trasferta araba, credo convintamente che la WWE potrà proporre a tutti noi appassionati un vero nuovo inizio. Tutto ciò che ci è stato promesso con il nuovo draft, forse potremmo ottenerlo nel prossimo futuro. Non voglio credere che il prodotto stia morendo, almeno per come lo conosciamo e lo abbiamo conosciuto negli ultimi venti anni, voglio credere che la federazione più importante al mondo riesca a cavarsela, a risollevare i ratings e le sorti dei propri show. Si sa che la WWE lavora meglio con le spalle al muro.
Le prime avvisaglie di qualcosa di nuovo potrebbero esserci state già nella scorsa puntata di SmackDown. Triple H ha annunciato che alle Survivor Series, per la prima volta nella storia, il roster di NXT darà battaglia a quelli di Raw e SmackDown. Potenzialmente potremmo assistere quest’anno a una delle migliori edizioni di Survivor Series di tutta la storia della federazione. Se il format classico dell’evento viene rispettato, come tutti crediamo, avremmo davanti match tra Lesnar, Bray Wyatt e Adam Cole; o uno scontro tra Shinsuke Nakamura, Aj Styles e Roderick Strong; o, dal lato femminile, un match a tre con protagoniste Bayley, Becky Lynch e la Blaszler.
Grandissimo wrestling!
Se il prossimo evento si preannuncia davvero gustoso già dai soli presupposti, voglio essere positivo anche sul futuro della federazione. Gli elementi per poterlo essere ci sono tutti e la WWE ha dimostrato anche una bella dose di coraggio nelle sue ultime scelte, come quella di dare a Bray Wyatt il titolo Universale, riparando agli errori commessi in quel di Hell in a Cell.
Vediamo, per una volta, il lato positivo della questione. Troppo spesso il wrestling web è severissimo con la WWE, fin quasi a farmi pensare che alcune persone seguano ormai il prodotto solo per criticarlo. Ci sono degli errori commessi purtroppo negli show e nella scrittura delle storyline, questo è sotto gli occhi di tutti, eppure il periodo che stiamo vivendo non è catastrofico. Per quanto mi riguarda, il wrestling è ancora vivo ed è ancora in grado di attirare l’attenzione del grande pubblico. Basta una piccola scintilla che riaccenda l’interesse nel prodotto e dal canto suo sembra che la WWE abbia già preparato i carboni adatti a far scoppiare un bell’incendio.
Speriamo solo non sia un fuoco di paglia!
Sono Angelo Sorbello, vivo a Genova, sono laureato, ho lavorato per diverse testate giornalistiche, tra cui Il Giornale e il Secolo XIX. Ho diverse passioni, tra cui il wrestling in particolare la WWE.
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