venerdì, Aprile 19, 2024
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WE THE PEOPLE: La WWE deve davvero temere l’arrivo della AEW?

Ben ritrovati amici di Spazio Wrestling col WE THE PEOPLE. Oggi i nostri Lorenzo e Giorgia ci diranno perchè la WWE deve e non deve temere l’arrivo della AEW, nuova “federazione” di wrestling con a capo la famiglia Khan e in regia Cody Rhodes. Andiamo subito a leggere i motivi dati dai nostro staffer:

LORENZO: SI LA WWE DEVE TEMERE L’ARRIVO DELLA AEW

Prima di esprimere un parere in merito è giusto fare un’analisi storica di ció che è avvenuto negli anni. È dai tempi della Monday Night War che la WWE vive il suo periodo di monopolio nel panorama del wrestling mondiale. Allora vi era la WCW, federazione di proprietá miliardaria, ma con pessimo booking team, che si dava battaglia con la vecchia WWF a colpi di ascolti televisivi.
Il resto lo sanno tutti, Vince McMahon ha acquistato la federazione rivale ed è diventato padrone indiscusso del prodotto wrestling. La TNA con nomi importanti in passato sembrava aver preso la direzione per insidiare, con un pó impegno, il trono dove siede la famiglia McMahon. Eppure, scellerate scelte di booking prima, carenze di denaro poi, hanno stroncato ogni sogno.
L’assenza di una seria concorrente è il problema più grande della WWE: più volte abbiamo visto superficialitá nelle storie e nei match, e questo sicuramente perchè l’appassionato di wrestling non puó fare a meno di guardare il loro prodotto, a prescindere dalla qualità. Oggi siamo nel 2019 e qualcosa sembra muoversi, o meglio, qualche segnale di preoccupazione da parte della WWE si inizia ad intravedere. Per fare wrestling in modo così importante da fare concorrenza alla WWE gli ingredienti necessari sono due: disponibilitá economica elevata e ottimo booking team.

Per quel che concerne il lato economico, parliamo di una disponibilità illimitata da parte della famiglia Khan, i proprietari della AEW. Padre e figlio sono infatti coproprietari dei Jacksonville Jaguars della NFL e del Fulham in Premier League. Sanno quindi cosa vuol dire investire in uno sport e come muoversi.  Questa forza economica gli consentirà nel tempo di poter prelevare dalla WWE o dalle altre federazioni i lottatori più celebri, garantendogli paghe superiori (vedi Chris Jericho, che ha detto che in AEW ha lo stipendio più alto della sua carriera) a ció che offrirebbe la famiglia McMahon. I Khan, ad esempio, hanno giá vinto una vera e propria battaglia con la federazione di Stamford per assicurarsi le prestazioni di Kenny Omega, uno dei maggiori wrestler a livello mondiale, desiderato dai fan WWE. Per la parte inerente alle scelte di booking, la famiglia Khan ha fatto bene a non partecipare a queste decisioni, ma si è affidata a wrestler che sono dentro al processo creativo della federazione, come Cody Rhodes (nato e cresciuto nel wrestling) o gli Young Bucks (anche loro oggetto di desiderio della WWE). Dunque alla domanda:”la WWE puó davvero temere l’AEW?” la mia risposta è “assolutamente sì, ma sempre ragionando in prospettiva”. È chiaro che al momento la differenza tra i roster è enorme, ma col tempo si possono davvero aprire scenari mai visti prima. L’esistenza di concorrenza sprona a fare meglio e va a vantaggio del consumatore.  Noi appassionati in questo senso dobbiamo ragionare, magari ci saranno due grandi federazioni entrambe con show sopra la media a contendersi il primato.

GIORGIA: NO LA WWE NON DEVE TEMERE L’ARRIVO DELLA AEW

Ci sono diverse motivazioni che mi spingono a credere che la neo-nata AEW non darà effettivamente modo alla WWE di temerla. In primis tanto di cappello a Cody Rhodes e agli Young Bucks per l’audacia e la nuova strada intrapresa, ma ricordiamoci bene del colosso con cui si andranno a “scontrare”. La WWE è un’azienda con quotazioni in borsa, coinvolta in molteplici iniziative e contratti e che fattura milioni e milioni di dollari ogni anno, un suo network esclusivo e la trasmissione dei suoi programmi in quasi tutto il mondo. Pensare che una società, fondata da poco, possa tener testa ai numeri della WWE è pura fantascienza.  Siamo davvero sicuri che la reputazione della WWE a livello mondiale possa essere davvero scalfita da dei semplici grandi nomi e dalla curiosità per la novità che la AEW ha dalla sua? Certo, forse inizialmente i dati saranno dalla loro parte, ma, oltre ai grandi annunci, bisogna anche metter su degli show interessanti con una certa cadenza per tener vivo l’interesse degli spettatori e dei telespettatori. Il successo o il fallimento possono essere davvero decretati da un semplice cambio di canale. C’è da considerare anche che non tutti i fan di wrestling, mediamente, sono propensi ai cambiamenti. O meglio, preferiscono deliziarsi nel tempo libero con un prodotto già noto e conosciuto, piuttosto che interessarsi a federazioni “secondarie”, di cui magari sanno poco e non hanno mai sentito nominare. Questo, certamente, non è un ragionamento che si può applicare a tutti, non bisogna fare di tutta un’erba un fascio, ma è certamente da tenere in conto, poiché questo genere di fan rappresenta probabilmente la maggior parte del fan-base del pro-wrestling.

Infine, ma non meno importante, la WWE vanta un, seppur vasto e sottoutilizzato, roster ricco di nomi importanti, di astri nascenti e talenti in via di sviluppo. Inoltre si premura di curare i propri atleti e “crescerli” nel suo personale vivaio che è il Performance Center ad Orlando (nonché la sua nuova succursale inaugurata pochi mesi fa nel Regno Unito). Questo è già, di per sé, una garanzia per la federazione di wrestling più famosa al mondo. Senza nulla togliere a grandi atleti come Cody Rhodes, Young Bucks, Chris Jericho, Kenny Omega o Christopher Daniels, che sono davvero in grado di imbastire match degni di nota e che tengono incollati allo schermo, ma c’è bisogno di infoltire il roster e creare delle buone cornici anche per i titoli e le faide secondarie. Non credo che un Cody o un Kenny Omega si “accontenteranno” di fare da contorno per un titolo degli Stati Uniti, o qualunque sarà il suo equivalente in AEW. Così come non credo, anche se in parte dubito che le cose andranno diversamente da quanto sto per dire, che vedere sempre i soliti nomi vorticare attorno alle faide principali possa attirare i fan. Alle lunghe potrebbe stancare. Cosa che, tralasciando la qualità attuale della sceneggiatura, non succede in WWE, dove un ex campione Universale intrattiene ad ogni match e vince il titolo Intercontinentale come Finn Balor. O dove un R-Truth, da sempre considerato un low-carder/jobber, riesce a conquistare il titolo degli Stati Uniti. O, ancora, esempio ancora più recente, una navigata Superstar del mid-card e tag team come Kofi Kingston riesce a guadagnarsi il titolo di primo contendente al titolo massimo di SmackDown. Quello che voglio dire è che non basta fare il sold-out ad un primo evento per avere la garanzia di successo assicurato, indi per cui la WWE non dovrebbe sentire di avere la AEW con il fiato sul collo. Non nel breve periodo perlomeno, perché dovranno essere i numeri a dimostrarlo, non i grandi annunci e i nomi importanti.

Lorenzo e Giorgia hanno detto la loro, ora vogliamo sapere voi con chi siete d’accordo e sopratutto diteci il perchè. Per questo numero del WE THE PEOPLE è tutto. A me non mi resta che salutarvi e invitarvi come sempre di continuare a seguirci sempre e solo su Spazio Wrestling, ciaooo.

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