venerdì 27 Dicembre 2024
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WE THE PEOPLE: Wrestlemania 34 è stata una delle edizioni più belle degli ultimi anni?
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Ben ritrovaci amici e amiche di Spazio Wrestling, io sono Marco e oggi cercheremo di far luce su uno degli argomenti più discussi da tutti i fan della WWE negli ultimi giorni. La domanda è semplice ma sta dividendo tantissimo, ovvero Wrestlemania 34 è stata una delle edizioni più belle degli ultimi anni? Roberto ci dirà perchè è giusto ritenere Wrestlemania 34 una delle migliori, mentre Gianni ci farà capire perchè assolutamente non è cosi. Ma adesso basta parole e passiamo ai fatti:

Roberto PRO Wrestlemania 34:

Wrestlemania 34 è stata una delle edizioni più belle di sempre? Questa è la domanda che tiene banco nel WWE Universe. Personalmente la risposta è tanto semplice quanto ficcante: SI.

Analizziamo subito i motivi che hanno portato a questa scelta. Innanzitutto uno star power ricco come non mai, dal debutto in-ring di “Rowdy” Ronda Rousey, la quale non ha sfigurato ed ha divertito il pubblico, la citazione all’interruzione della streak di Undertaker con Charlotte protagonista ed il clamoroso main event, con Brock Lesnar che mantiene la cintura rinviando la consacrazione di Roman Reigns.

Tuttavia vi sono stati anche momenti bui, inutile negarlo. Il match dei titoli di coppia di Smackdown è stato soporifero, così come il match a tinte rose di casa Raw. Tuttavia rappresentano un flop “giusto” a fronte di sette ore di spettacolo. Come sopracitato, Charlotte e Asuka hanno rubato la scena, dando vita ad una prestazione sopra le righe, lucidando ancora una volta, il significato di wrestling femminile. Inutile dire quanto questo match passerà alla storia e agli annali del wrestling. Il ritorno di Daniel Bryan, poi, ha regalato una dose di emozioni fuori dal comune, facendo tornare chiunque un po’ bambini, al grido di “Yes” e incitando il Dragone fino all’ultimo. Come non citare Nicholas, un fortunato bimbo di dieci anni, scelto tra il pubblico da Strowman per vincere i titoli di coppia di Raw contro il The Bar. Risate, divertimento, ilarità e imprevedibilità data dall’utilizzo del piccolo compagno del Mostro.

Ma le emozioni non finiscono qui, Kevin Owens e Sami Zayn vengono licenziati, Nia Jax asfalta Alexa Bliss e Jinder Mahal diventa campione US. Parlando esclusivamente di prestazione tecnica, il match per il titolo Intercontinentale, ha letteralmente infiammato l’arena con Seth Rollins autore di manovre eccezionali, e pertanto si laurea nuovo campione secondario dello show del lunedì sera. Rowdy poi zittisce tutti i detrattori con uno storytelling degno di Hollywood, e Brock Lesnar regala l’ultima emozione, inaspettata, di una kermesse degna di questo nome.

Pertanto, risulta evidente come Wrestlemania sia stata una edizione memorabile come poche, e per tutte le ragione descritte merita lo scettro di miglior edizione degli ultimi anni.

Gianni CONTRO Wrestlemania 34:

Parliamoci chiaro. Wrestlemania non è più un evento per noi fan hardcore. Ogni anno vengono stabiliti record di spettatori, vendite e durata, ma l’importanza di ogni edizione sta nella risonanza mediatica dello show, il secondo più seguito a livello mondiale a livello sportivo, dopo l’inarrivabile Super Bowl.
Le premesse per il 34esimo Grandaddy Of Them All erano altissime, e al termine ho reputato l’evento nel complesso buono, ma che mi ha lasciato tantissimo amaro in bocca per ciò che doveva essere ma non è stato.
Tralasciando un comunque buon kickoff, lo show si è aperto col botto con il Triple Threat per il titolo Intercontinentale. Forse The Miz meritava il suo Wrestlemania Moment, ma al termine di un quarto d’ora molto godibile Seth Rollins è diventato Grand Slam Champion.

Anche il secondo match tra Charlotte e Asuka mi ha lasciato un’impressione molto positiva, con il momento più caldo rappresentato dalla fine della streak della nipponica, un episodio che ricorderemo per tanto tempo.
Saltiamo un attimo il Fatal-4-Way per lo US Title che ci ha ricordato che l’India è il secondo Paese più popoloso al mondo, e concentriamoci sull’attesissimo debutto di Ronda Rousey, l’avvenimento più chiacchierato della vigilia di questa Wrestlemania. La Rousey ha vinto insieme a Kurt Angle contro Triple H e Stephanie McMahon. Un match godibile, con qualche botch magari, ma che ci sta tutto considerando che nessuno dei quattro presenti sul ring è un wrestler a tempo pieno. Tuttavia, non mi sento di gridare al miracolo. Come torno a ripetere, il match mi è piaciuto nel complesso, ma esaltarsi per la prestazione della Rousey lo reputo un po’ eccessivo. Ha fatto volare più volte la McMahon, ha effettuato mosse di sollevamento anche su un omone come il King of Kings, ma cosa dovevamo aspettarci? Ronda è una ex campionessa di MMA, è normale che abbia quella potenza fisica e la sua presenza è un bene per la WWE per il futuro.
Se fino a quel punto lo show sembrava davvero essere uno dei migliori di sempre, ha iniziato a prendere una piega un po’ diversa.

Per mesi Usos e New Day ci avevano fornito prestazioni di altissimo livello, e con l’ingresso di due pesi massimi come i Bludgeon Brothers ci si aspettava moltissimo da una contesa che ha lasciato la prima forte delusione. Ci si aspettavano scale, sedie, voli mozzafiato e tanto spettacolo, ma i due ex della Wyatt Family non hanno portato l’appeal sperato, vincendo dopo poco più di cinque minuti, in maniera piuttosto anonima. Il potenziale era altissimo, e guardando alle recenti edizioni non possiamo non prendere in considerazione la vittoria del team HellNo di Wrestlemania 29, o anche il Fatal-4-Way di Wrestlemania 33, che ha visto il clamoroso (ed emozionante) ritorno degli Hardy Boyz.
Ma passiamo a quelle che sono le grosse delusioni. Per cinque settimane abbiamo assistito a promo di John Cena che sfidava apertamente The Undertaker, il quale si era ritirato a Wrestlemania 33 e non ha risposto al leader della Cenation. Almeno fino a Wrestlemania. Il match è stato un qualcosa di tanto, tanto strano. Per come si è svolto lo reputo un insulto alla carriera di Cena, uno che forse non è un maestro della tecnica, ma è un 16-volte campione del mondo, e non può avere paura di nessuno. Per quanto riguarda Taker è stato rovinato lo splendido e toccante finale di Wrestlemania 33 con uno squash le cui motivazioni sono davvero poco logiche, per un match atteso da 15 anni.

Ormai lo abbiamo capito, a Wrestlemania si cerca di allargare gli orizzonti di mercato, e AJ Styles e Shinsuke Nakamura avevano il compito di richiamare i fan della New Japan, ricordando un meraviglioso scontro a Wrestle Kindgom 10. Tanto fumo, poco arrosto. Senza toccare una costruzione alquanto lacunosa, non è stato il dream match tanto agognato, molto più lento e meno emozionale rispetto a quello proposto in Giappone, con il turn heel del nipponico che ha dato un twist inaspettato, ma che non toglie il senso di vuoto dei venti minuti precedenti.
Passando agli altri due tag team match, il tanto atteso ritorno di Daniel Bryan ha lasciato la sensazione di deja vu, ripetendo la favoletta del face infortunato che esce dal ring, viene soccorso, rientra e vince. Davvero pensavano che si saremmo cascati? E poi… Davvero hanno lasciato Shane McMahon a condurre l’incontro?
Ho apprezzato il segmento comedy con Braun Strowman che ha chiamato come partner un ragazzino di nome Nicholas, ma non la tempistica. Nel pre-main event non ci dovrebbe sicuramente essere tempo per scherzare, e il gigante ha “sprecato” quello che poteva essere un ritorno (come ad esempio Lashley o Rey Mysterio) per un mezzo squash.

Andiamo ora al main event. Nel semi-disinteresse generale Brock Lesnar ha sconfitto di nuovo Roman Reigns, rendendo totalmente inutile una costruzione di due anni sull’ex membro dello Shield, ancora odiato da un’ampia fetta di pubblico, ma che è notevolmente migliorato… E tra un part-timer e Reigns, scusate ma è meglio Reigns.
Dunque, è stata una delle migliori Wrestlemania degli ultimi anni? Poteva esserlo, sicuramente, ma con grande rammarico non lo è stata. Ci ricorderemo del debutto di Ronda Rousey, del ritorno di Daniel Bryan, ma anche di un terribile AJ Styles vs. Shinsuke Nakamura, in simbolo di ciò che poteva essere ma non è stato.

Roberto e Gianni hanno cercato di darci le loro motivazioni a uno dei quesiti più discussioni degli ultimi giorni, adesso tocca a voi commentare e dirci la vostra. Da Marco è tutto al prossimo WE THE PEOPLE sempre e solo qui sulle pagine di Spazio Wrestling.

 

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