Sembrava davvero un azzardo. Creare una federazione di wrestling nel 2019, investendo denaro, tempo, fatica. Molto è passato dalla grande gloria di uno sport spettacolo ridimensionato negli anni, monopolizzato, schematico e con degli equilibri decisamente difficili da spostare, eppure la All Elite Wrestling non solo è riuscita a inserirsi nel mondo del wrestling con forza e decisione, ma si è imposta con impeto, automaticamente diventando sinonimo dello sport-intrattenimento più puro e creativo made in USA.
I fan del wrestling sono esigenti, maledettamente chiusi nella loro sfera di immaginazione proiettata verso una realtà che faticosamente accetta le loro difficili richieste. Trovano sempre un motivo per lamentarsi, utilizzando il prodotto come sfogo personale, spesso non riuscendo a sospendere il giudizio per fare la cosa più naturale e bella davanti a uno show di wrestling: divertirsi e non pensare a nulla.
Ma da Double Or Nothing 2019 in poi la All Elite, con il suo grintoso spirito, è riuscita più volte ad appagare dei tifosi presumibilmente insaziabili e incontentabili.
Il debutto di Jon Moxley, accolto da un frastuono incredibile nella MGM Grand Arena di Las Vegas, è sicuramente uno dei momenti più epici nella storia del wrestling recente, un primo colpo potentissimo assestato perfettamente dalla federazione, che già aveva tra le sue fila l’esperienza di un Chris Jericho ancora capace di elevare un marchio e di insegnare, a tutti, il vero modo per entrare nella gloria, e avere successo.
Jericho, come primo campione AEW, è riuscito a stabilizzare l’importanza della cintura mondiale, interpretando ottimamente il ruolo di un cattivo dall’esperienza trentennale, bisognoso però dell’aiuto esterno fornito dal suo Inner Circle, per rimanere in alto.
Di contorno, talenti come Hangman Adam Page, MJF, gli Young Bucks, Kenny Omega e Pac hanno dato nel tempo solidità agli show settimanali, crescendo con lo show e regalandoci incontri da ricordare, rivalità che hanno cementificato il valore di Dynamite e dei vari PPV: è da All Out in poi, con l’inizio delle trasmissioni costanti, che abbiamo capito che la AEW non scherzava, e voleva davvero rivoluzionare il business del wrestling come per tanto tempo proclamato.
Quello che la All Elite Wrestling è riuscita a offrire, nel solo anno passato dalla sua nascita, è un ritorno alle basi, una rinascita da un wrestling che sembrava estinto nel tempo, quello fatto di sangue, sudore e lacrime, di passione dei wrestler e dei tifosi, di momenti ridicoli e creativi, di semplice spettacolarità.
E mentre rimane una fetta di irremovibili tifosi scettici, la All Elite sta sempre più spopolando, conquistandone uno alla volta, con costanza e dedizione. Perchè ci vuole tempo.
Le influenze delle vecchie WCW e ECW si sentono, e sono preponderanti. Il co-proprietario della All Elite, Tony Khan, tale insieme al padre, durante tutta la sua infanzia si fece portare con l’elicottero di famiglia a Philadelphia, per osservare da vicino le follie e le crude storie della Extreme Championship Wrestling di Paul Heyman.
La sua cultura in materia, è infinita. Non importa quanto ne sappiate, quanti post avete scritto, quanti blog avete curato, quanti video avete realizzato, Tony Khan potrebbe battervi ad occhi chiusi, perché lui c’era. Addirittura, stando a una dichiarazione fatta dal giovane proprietario della All Elite su Twitter, a tredici anni conobbe New Jack, la psicotica mina vagante della ECW, il quale divenne amico suo e del padre. Tony Khan, c’era.
Per questo, dopo All In, evento preludio di ciò che sarebbe stata la AEW, Cody Rhodes e tutto il gruppo dell’Elite hanno capito che quel ragazzo, figlio di un imprenditore di origini pakistane rappresentate del classico sogno americano, era la chiave verso l’alternativa mainstream alla WWE.
In quel di AEW Revolution, Chris Jericho cede il passo a Jon Moxley, perfetto erede al trono mondiale, reduce da un passato in WWE ad alti livelli, ma non riuscendo a essere appieno ciò che desiderava.
Il regno di Mox, fortemente segnato dalla pandemia globale, riesce comunque ad acquisire credibilità, nonostante un’assenza di pubblico che ha la capacità di potenziare Moxley in ogni sua azione, come visto nel Lights Out Match di Full Gear 2019, spettacolo brutale che mostrò un wrestling oltre il limite quanto basta per fare scalpore.
La AEW è anche questo. Superare la linea, osare, perchè in realtà, non c’è nulla da perdere. E quando non si ha nulla da perdere, si rischia, si prova, ci si butta, si fa tutto senza pensarci troppo, questo è il vantaggio della All Elite Wrestling: la libertà e il distaccamento totale dal pensiero ordinario.
Se ci sono errori, sono felici disastri, perchè la AEW non è perfetta, e deve ancora migliorare su diversi aspetti, uno su tutti la divisione femminile. Ma forse, proprio queste imperfezioni, possono tirare fuori una grinta impossibile da sentire in una WWE fin troppo preparata, fin troppo regolata, fin troppo impaurita di rischiare qualcosa per rovinare un equilibrio, anche economico, finalmente raggiunto dopo tante tribolazioni e guerre mediatiche.
Se la WWE parla di business, la AEW racconta il wrestling.
Quel wrestling imperfetto, dannatamente divertente, spettacolare, a volte surreale, ridicolo, criticato, odiato, amato, libero.
E con l’approdo della All Elite su Sky Italia, gruppo che ha da sempre salvaguardato il wrestling e che ben ha capito le potenzialità di un prodotto diverso e innovativo nel panorama teelvisivo basato sullo sport spettacolo, ora avete la possibilità di sospendere il giudizio, posare lo spirito critico, almeno per una volta, e magari smetterla di guardare contenuti piratati in 144p.
Potete sedervi sul divano, e godervi lo show. Potete divertirvi osseravando un wrestling imperfettamente speciale. Potete scegliere la AEW.
Scegliete la AEW, perchè in cuor vostro sapete, che anche voi, non avete nulla da perdere. Magari ne guadagnerete in adrenalina, e in spensieratezza.
FONTE: SPAZIOWRESTLING.IT
Direttore Editoriale di Spazio Wrestling e Tuttowrestling. Da anni nel mondo del wrestling web, con diversi ruoli ricoperti. Nella vita di tutti i giorni, sono responsabile dell’ufficio stampa di OPN ITALIA LAVORO e praticante giornalista presso l’emittente televisiva TELEMIA.