venerdì, Aprile 26, 2024
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The Mirror #6- Randy Orton “The Apex Predator is never hunted”

Come si può, in un mondo tanto competitivo e spietato, emergere dalla mediocrità generale ed evitare di finire vittime indifese di chi è più forte di noi?
Potrebbe essere stata, forse, quest’annosa questione ad aver occupato le giornate di un giovane americano, nella città di Knoxville, luogo in cui era nato nel 1 aprile del 1980, e a ispirarlo per ciò che sarebbe diventato in futuro.
In verità per lui le cose erano ancora più complesse: voleva sfondare in un campo nel quale la sua famiglia, prima il nonno, poi il suo stesso padre, avevano fatto scuola e per questo doveva prepararsi a fare i conti non solo con i suoi futuri avversari, ma anche con il passato.
Certo le conoscenze del padre lo hanno aiutato molto, ma il pubblico, si sa, è spietato e lo avrebbe giudicato ancor più aspramente per essere un “figlio di papà”.
E allora che fare?
Forse ancora non aveva trovato risposta alla sua domanda quando si è lanciato, scommettendo su se stesso, nel mondo del pro wrestling. Quella risposta l’avrebbe trovata solo qualche anno dopo, con 13 titoli mondiali e un esperienza di quasi un ventennio alle spalle.
Randall Keith Orton comprese quale era il segreto che stava cercando da una vita: comprese che se vuoi essere una leggenda, devi eliminare le leggende; comprese che se non vuoi essere una preda devi divenire un predatore.
Perchè il predatore dominante non verrà mai cacciato.

 

Benvenuti dunque in questo nuovo The Mirror, che ormai avrete capito, ha come protagonista Randy Orton.
Andiamo dunque a rivivere insieme i momenti cardine della sua carriera!

Randy Orton, come wrestler, nasce nel 2000, in una federazione dal nome assurdo come la Mid-Missouri Wrestling Association-Southern Illinois Conference Wrestling (per i meno sadici: MMWA-SICW). In questo ambiente si ritrovò a essere allenato non solo dagli allenatori della federazione stessa, bensì anche da un coach d’eccezione: suo padre, “Cowboy” Bob Orton.
Riesce così a farsi notare dalla WWF, che lo mette sotto contratto nel 2001, per poi trasferirlo nel suo ambiente di sviluppo, la OVW (Ohio Valley Wrestling). Nella federazione satellite Orton vincerà per ben due volte l’OVW Hardcore Championship, ma dovrà fermare la sua ascesa nel roster a causa di un infortunio, che lo terrà fermo per qualche mese, subito in un match contro Brock Lesnar.

Intanto la WWF cambia nome e pelle e si trasforma nella WWE.
E chi stava vedendo l’episodio  di  SmackDown! del 25 aprile 2002, avrà senza dubbio notato il debutto di questo nuovo wrestler, Randy Orton, che sconfigge nella sua prima serata un veterano come Hardcore Holly.

 

Nonostante il buon lottato e i match sempre godibili che propose, a SmackDown! Randy non riscosse molto successo, colpa forse anche del suo personaggio proposto come face. Così dopo qualche mese la federazione decise di fargli cambiare aria, trasferendolo a Raw. Cambio di roster, cambio di attitudine: nello show in rosso il personaggio del giovane Orton ebbe un mutamento lento ma costante che lo portò a divenire un heel.
Fu questo anche il periodo dei primi problemi alla spalla, che ancora una volta lo costrinsero a qualche mese di riposo lontano dal ring.
Decise, però, che il suo ritorno non lo avrebbe dimenticato più nessuno.

Infatti entrò quasi immediatamente a far parte di un nuovo gruppo che si era formato in WWE, composto da Ric Flair, Triple H, Batista: parliamo ovviamente della Evolution. In questo gruppo Orton, insieme a Batista, era chiamato a rappresentare il futuro della stessa federazione.
La sua popolarità come heel fu molto accresciuta dalla scelta di dargli una gimmick ben congegnata e adatta alla sua persona: così nacque The Legend Killer”. Randy iniziò ad attaccare degli Hall of Famer, attirandosi l’inimicizia del pubblico ma al contempo divenendo uno dei più popolari nel roster. Si iniziava a vedere la propensione di Randall a impersonare il cattivo di turno, spietato e privo di morale.
In questo periodo arrivò a sfidare Rob Van Dam, contro il quale conquistò il suo primo Intercontinental Championship, e ad aprire una faida con niente meno che Shawn Michaels, faida che si protrasse a lungo negli anni.

Queste sfide lo accompagnarono fino al 2004, che possiamo definire come l’anno della vera affermazione di Orton.
Nasce una rivalità tra l’Evolution e The Rock, spalleggiato da Mick Foley: gli screzi tra le parti si protraggono fino Wrestlemania XX, quando a mettere la parola fine sulla vicenda sarà proprio Orton con una sua RKO ai danni di Foley, portando la vittoria in casa Evolution.
Foley si legherà quell’umiliazione al dito e continuerà a infastidire Randy nei panni di Cactus Jack. Orton deve mettere a tacere una volta per tutte la bocca di Mick e decide di farlo a Backlash, mettendo in palio il suo titolo in un No Hold Barred Falls Count Anywhere Match, stipulazione brutale dal quale uscirà vincitore, dopo essere stato gettato su delle puntine dall’avversario e aver contrattaccato con un RKO direttamente su Barbie, nome della mazza col filo spinato di Foley. In quest’occasione, inoltre, l’ Evolution era stata bandita.

Di lì a poche settimane Randy avrebbe perso il suo titolo Intercontinentale.
Ma sarebbe stato solo l’inizio di qualcosa di più grande, qualcosa di leggendario.
In una puntata di Raw, The Legend Killer riesce a restare l’unico uomo sul ring in una battle royal, e a guadagnare così un’occasione al titolo mondiale. Il match tra Randy Orton e l’allora campione Chris Benoit va in scena a SummerSlam 2004: dopo un grande incontro, Orton riesce a sconfiggere l’avversario e a coronarsi nuovo WWE World Heavyweight Champion. Quella stessa notte scrive un nuovo record nella storia della federazione, divenendo il più giovane campione del mondo all’età di 24 anni.

Ma dietro l’angolo c’è già una nuova sfida, una nuova avversità: The Evolution interviene nel rematch titolato la notte dopo la conquista da parte di Orton, e aiuta il suo protetto a mantenere il titolo. Svolto questo compito, i suoi compagni gli voltano le spalle e lo attaccano brutalmente.
Solo una settimana dopo, Triple H chiede all’ormai ex compagno di consegnargli la cintura da lui guadagnata, ricevendo come risposta uno sputo da parte del giovane campione. Ormai le carte sono scoperte e la rivalità è iniziata.
Ed è personale.
Orton passa dalla parte dei face e cambia theme song, ma Triple H riesce a strappargli il titolo dalla vita, in un match ad Unforgiven condito da moltissime scorrettezze.
Naturalmente un wrestler come Randy non poteva darsi per vinto così facilmente e continua, infatti, la sua caccia ai membri dell’Evolution.
A dicembre il titolo fu reso vacante e Orton cercò di riconquistarlo partecipando all’Elimination Chamber Match previsto per New Year’s Revolution. Nella massiccia gabbia d’acciaio c’era anche l’ex campione Triple H, che uscì vincitore dal match dopo nemmeno un mese dal momento in cui aveva perso il titolo.
Ma la caccia non era ancora conclusa.
Sempre a Raw, Randy riesce a diventare contendente numero uno al titolo mondiale di HHH battendo Batista.
Il campo di battaglia scelto per lo scontro finale sarebbe stato la Royal Rumble del 2005. I due ex compagni si danno aspramente battaglia , Orton combatte disperato cercando una rivalsa sull’odiato nemico, dando tutto se stesso.
Ma alla fine è ancora il King of Kings a spuntarla e a conservare il titolo, mettendo (momentaneamente) la parola fine alla faida.

Per lasciarsi dietro le spalle le scorie della guerriglia con Triple H, Randy decide di lanciarsi in una sfida titanica: affrontare The Undertaker a Wrestlemania 21. Nell’avvicinarsi al match col deadman, Orton compie un turn heel, colpendo la sua fidanzata (secondo kayfabe) Stacy Keibler con un RKO. Tutti attendono la grande sfida per Mania, si prospetta un grande spettacolo per il match tra il Legend Killer e il Phenom.
Ma Orton deve prostrarsi ai piedi del becchino, diventando una delle sue vittime nel Grandaddy of them all.
Dalla contesa Orton ricava non solo una sconfitta, ma anche dei problemi alla spalla, acuiti la sera dopo a Raw in un match contro il campione mondiale Batista.
Per circa due mesi resta fuori dagli show.

Febbraio 2005.
Al suo ritorno Orton viene draftato nel roster di SmackDown, riprendendo tra l’altro la sua faida con Taker.
Ma il fato è ben più benevolo con Randy in questa seconda occasione, portandolo a sconfiggere l’avversario in ben due match. In entrambe le contese, una a SummerSlam e una a No Mercy in un Casket Match, il padre di Orton ha giocato un ruolo fondamentale nel successo del figlio.
La vendetta era servita su un piatto d’oro, fredda e succulenta.
Survivor Series Orton conduce alla vittoria il Team SmackDown, ma la sua gloria è fugace: alla fine dell’incontro torna The Undertaker, sfidandolo definitivamente in un Hell in a Cell match ad Armageddon. In questo ultimo incontro è il deadman a prevalere.

Siamo nel maggio del 2006 quando Randy Orton viene sospeso dalla WWE per 60 giorni a causa di una “condotta non professionale”. Per diverso tempo non si seppe nulla a riguardo dei motivi di tale sanzione. Fu lo stesso wrestler poi a dichiarare che la presa di posizione da parte della federazione fu dovuta al fatto che aveva fumato della marijuana nel backstage e si era sottoposto a una terapia per il controllo della rabbia della durata di quattro settimane.

La federazione fu naturalmente costretta a giustificare la sua assenza improvvisa e lo fece ricamando una storyline secondo cui Orton si era infortunato alla caviglia, a seguito di una serie di Angle Lock applicategli da Kurt Angle.
Per questo motivo, fa il suo ritorno a Raw, attaccando proprio l’eroe olimpico e divenendo in pianta stabile un membro del roster rosso.
Randy doveva però conservare anche la sua reputazione da Legend Killer, per questo decide di scagliarsi contro Hulk Hogan, sfidandolo per un match a SummerSlam, dal quale inoltre esce sconfitto.

Si apre, dopo questi eventi, un nuovo capitolo nella storia di Orton, un capitolo nel quale avrà un compagno di viaggio.
Nella puntata di Raw Family Reunion, The Viper deve fare fronte comune con Edge per opporsi al dominio della DX. Quella che sembrava un’unione momentanea si trasforma invece nella nascita di un nuovo tag team tra i due, che prende il nome di Rated-RKO. 
Lo scenario per la sfida tra i due team è Cyber Sunday, in uno Special Referee Match nel quale sarà il pubblico che, esprimendo il proprio voto, sceglierà l’arbitro dell’incontro. Dalla volontà popolare arriva la decisione: sarà Eric Bischoff  ad arbitrare! Proprio grazie alla complicità del direttore di gara, i Rated-RKO riescono a conseguire il successo.
Vista la chimica che hanno come coppia, i due lottatori cercano di portare l’assalto ai titoli tag team, vincendoli il 13 novembre a Raw, a scapito di Ric Flair e Roddy Piper.

Ma dalle ombre risorgono i vecchi fantasmi e la DX torna a tormentare i campioni.
I due team si scontrano ancora a New Year’s Revolution, questa volta con i titoli in palio. Ma il match si conclude con un no contest, poichè Triple H riporta un grave infortunio al ginocchio. La DX sfoga la propria frustrazione su Randy ed Edge, ma i titoli sfuggono dalle loro avide mani.

I due giovani si montano la testa credendo di aver posto fine alla DX e intraprendono una pericolosa missione: scrivere la parola fine alla carriera di Shawn Michaels. Come sappiamo, il loro piano va in fumo e anzi, dalle ceneri di questa macchinazione, nascono dei dissidi all’interno della coppia.
Il futuro della loro relazione è tutt altro che certo e cristallino.
A gravare ancora di più sulla situazione già tesa arrivano Shawn Michaels e John Cena, che riescono a vincere i titoli di Orton ed Edge.
La rottura arriva da parte di quest ultimo: nella rivincita titolata, Edge lascia The Legend Killer alle “affettuose cure” dei rivali, di fatto abbandonandolo.

Sciolto il tag team con Edge, Orton si getta a capofitto alla rincorsa di John Cena e del suo WWE Championship. Viene sconfitto nella faida dal leader della Cenation e non riesce così a conquistare l’alloro. Tuttavia sul finire della loro rivalià, John è costretto a rendere vacante la cintura a causa di un infortunio e Vince McMahon ha l’onere di nominare un nuovo campione.
Indovinate su chi ricade la scelta del chairman? Naturalmente su Randy Orton, che viene nominato nuovo campione a No Mercy 2007.
Ma The Viper potrà festeggiare solo per pochi istanti, poichè nella stessa sera perderà il titolo a favore di Triple H. Probabilmente quelle saranno state le ore più caotiche della vita professionale di Randy. In una sera era stato nominato campione, per poi vedere il titolo sfuggirgli dalle mani poco dopo; e ancora non era finita!
Di fatto a fine serata Randy Orton e Hunter si affrontano in un Last Man Standing Match con in palio il titolo WWE e il figlio di Bob Orton riesce a prendersi la sua rivincita e a diventare, per ben due volte in un solo evento, campione WWE.

Nuova sfida, vecchia conoscenza.
Una volta conquistata la cintura, Orton entra nuovamente in rotta di collisione con Shawn Michaels, il quale, rientrante in una puntata di Raw, lo colpisce con la sua Sweet Chin Music, riaccendendo i carboni sopiti di una lunga rivalità. Dopo vari match e controversie, Randy Orton può ergersi a vincitore della contesa, mantenendo intonsa la sua leadership.
La cintura verrà persa da Orton solo a Backlash del 2008, e sarà sempre un suo vecchio rivale a rubargliela: Triple H.
Alla fine di questa ennesima rivalità con Hunter, dal quale tra l’altro esce sconfitto, Randy subisce un grave infortunio alla clavicola sinistra. Un paio di mesi più tardi, ad agosto, la sfortuna continuerà ad infierire su di lui: è infatti protagonista di un incidente in moto, che allunga ancor di più i suoi tempi di recupero.

Al ritorno Orton mostra una gimmick da malato di mente, con problemi a contenere la rabbia e che cova un odio profondo verso qualsiasi individuo.
Inizia una faida con Batista, con lo scopo di determinare, a distanza di anni, chi si è rivelato il miglior “giovane” proposto dalla Evolution. I due formano così due schieramenti opposti: dalla parte di Orton vediamo Cody Rhodes, William Regal, Shelton Benjamin Mark Henry, mentre per Batista parteggiano Matt Hardy, CM Punk, R-Truth Kofi Kingston. A spuntarla, tra le due squadre, è alla fine quella capitanata da The Viper.

Cody Rhodes e Randy Orton, insieme a Manu, stringono i rapporti fino a creare una nuova stable: The Legacy. In seguito Manu fu estromesso dall’alleanza e al suo posto subentrò Ted DiBiase.

Il nuovo anno, 2009, porta con se le prime grandi soddisfazioni per Randy: nel mese di gennaio riesce a vincere la sua prima Royal Rumble, entrando come numero 8 ed eliminando in finale l’ex compagno Triple H. In questa vittoria la Legacy è stata fondamentale. Una settimana prima dell’evento, però, Orton aveva colpito con il Punk Kick il chairman della federazione; per questo motivo, da fresco vincitore della Rissa Reale, appare a Raw, e decide di difendere la sua posizione: se la WWE lo avesse licenziato, lui avrebbe intentato una causa contro di loro. Ma l’intenzione della famiglia McMahon non sembra quella di licenziarlo, anzi: Shane McMahon attacca da solo la Legacy, mettendo le basi per un match tra lui e Orton a No Way Out.
In questa occasione Orton ha la meglio sul povero Shane, come anche nella puntata successiva di Raw. Qui però The Viper si spinge oltre il limite e rifila un RKO anche a Stephanie McMahon, gesto che attira le ire funeste del coniuge, The Game.
La serie di match fra i due si impreziosisce dunque della contesa titolata di Wrestlemania XXV, nella quale HHH riesce a mantenere il suo titolo WWE contro la persona che aveva mancato di rispetto alla sua famiglia.
La vera resa dei conti ci sarà a Backlash, dove Triple H, Batista e Shane muovono guerra all’intera Legacy. C’è però una particolare condizione: se a vincere sarà il team di Orton, allora lui stesso diventerà il campione WWE a scapito di Hunter. Incredibilmente la Legacy riesce nell’impresa e Randy si laurea nuovo campione.

A fermare il regno di terrore della Legacy sarà Batista, che strappa il titolo dalla vita del leader della stable. Ma il gruppo non ci sta e lo attacca la sera dopo il match, forzandolo a lasciare l’arena in ambulanza e a rendere, di conseguenza, il titolo vacante.
Chi si affermerà come nuovo campione ora che un campione non c’è più?
Ancora una volta Orton si dimostra furbo, rapido, opportunista e riconquista il titolo, che torna così nelle sue mani.

Perderà il titolo a Breaking Point, in un I Quit Match contro il rivale di sempre, John Cena. La rivalità fra i due non terminerà qui, ma solo dopo altri scambi di titolo tra i contendenti. Vediamo come la propensione di Orton a perdere e vincere in breve tempo il titolo mondiale lo abbia portato a scalare la vetta dei 13 titoli conseguiti in carriera. Tornerà nel giro titolato solo alla Royal Rumble del 2010, quando è il contendente numero uno al WWE Championship detenuto da Sheamus. L’occasione di tornare ad essere campione gli viene negata dai suoi stessi compagni: Cody Rhodes, nel tentativo di aiutarlo, conduce Orton alla squalifica. Questo avvenimento giustifica l’attacco di Orton ai danni dei suoi compagni della Legacy, che tracolla su se stessa. Dopo una piccola faida con Rhodes e DiBiase, terminata a Wrestlemania XXVI, Orton scioglie la Legacy e decide di continuare il suo cammino da solitario.

Per tutto il resto dell’anno insegue entrambi i titoli massimi di Raw e SmackDown, riuscendo a portarsi a casa il WWE Championship di Sheamus in un match che includeva anche Wade Barret, John Cena, Chris Jericho ed Edge Night of Champions.
Il titolo gli verrà sottratto da The Miz, che incasserà in tal modo il suo Money in the Bank Contract.

Parte una rivalità con CM Punk, nella quale sarà tirata in mezzo anche la moglie di Randy Orton. Oltre allo straight Edge, Orton dovrà vedersela anche con tutto il New Nexus. Le ostilità tra i due culminano a Wrestlemania XXVII, ma Randy riesce a prevalere.

Per salvaguardare l’economia della narrazione dobbiamo operare un sostanzioso salto temporale fino al 2013.
In questo anno Randy Orton vince la valigetta del Money in the Bank, riservandosi così l’opportunità di lottare per il titolo mondiale in qualsiasi momento.
Quel momento arriva poco dopo, a SummerSlam, quando, grazie all’aiuto di Triple H, effettuando un turn heel, incassa ai danni di Daniel Bryan, che si era appena laureato nuovo campione WWE. Godetevi lo spettacolo di quel momento insieme a me.

 

Chiusa dopo un’ ulteriore vittoria del titolo (e siamo a quota 8) la rivalità con Bryan, Randy Orton diviene ufficialmente un membro dell’ Authority.
C’è però già un grandissimo match che si profila all’orizzonte: HHH, ascoltando le parole del World Heavyweight Champion, John Cena, che proclamava di essere l’unico vero campione nella WWE, stipula per l’omonimo ppv un TLC match, con l’intenzione di unificare i due titoli massimi. A vincere ed essere proclamato primo WWE World Heavyweight Champion della storia è proprio The Viper.
Porterà sulle spalle i due titoli fino a Wrestlemania XXX, quando perde le due cinture in occasione del Triple Threat Match con Batista e Daniel Bryan, che vede trionfante quest ultimo, a conclusione della bellissima storia che lo aveva riguardato.

Allontanatosi dai giri titolati, Orton unisce le forza con Batista e Triple H, in una reunion dell’Evolution, per contrastare lo Shield, che si era opposto allo strapotere dell’Authority. Dopo una serie di match e giochi di potere, la compagine formata da Seth Rollins, Roman Reigns Dean Ambrose riesce a prevaricare Randy e i suoi compagni.
Come tutti ricordiamo poi Rollins ha tradito i suoi compagni per unirsi alla fazione degli heel e divenire un alleato dello stesso Legend Killer.

Il rapporto tra il nuovo protetto di Triple H, ovvero Rollins, e la sua vecchia scommessa, Orton, non è certo dei migliori. Nel giro di pochi mesi accade l’inevitabile: l’Apex Predator attacca a sorpresa Seth con un RKO, iniziando un turn face e contrapponendosi all’Authority intera.
Rollins mette fuori gioco Orton eseguendo un Curb Stomp su di lui direttamente sui gradoni, provocando un grave infortunio al wrestler (kayfabe). La faida sembra essere terminata, se non che Orton fa il suo ritorno a Fastlane attaccando la sua ex stable. L’Authority cerca di riconciliare i suoi rapporti con Orton e lo stesso si mantiene neutrale sulla scelta da prendere, salvo poi rifilare un RKO a Rollins qualche settimana più tardi, uscendo finalmente allo scoperto.
Viene così sancito un match per Wrestlemania 31 tra Randy Orton e Seth Rollins. L’incontro si conclude a favore di Viper, che sul finale lancia in aria Rollins per poi chiuderlo con un RKO connessa al volo, meravigliosa.

 

Arriviamo ai tempi recenti, tempi in cui la storia si fonde con la cronaca e tutti ricordiamo ciò che è accaduto. Randy Orton ha dapprima aperto una faida con la Wyatt Family, restando succube del carisma di Bray Wyatt, che lo ha convinto ad unire le sue forze a quelle della sua famiglia. Questa devastante alleanza li ha portati a conquistare insieme i titoli tag team di SmackDown. In seguito, però, Orton ha iniziato a creare dei dissidi nella Family, fino ad allontanarne il fedelissimo Luke Harper. E quando il momento sembrava propizio, ovvero con la vittoria del titolo WWE da parte di Bray, la Vipera ha scoperto le sue carte, vincendo la Royal Rumble e sconfiggendo lo stesso Wyatt a Wrestlemania 33.
L’ultimo capitolo, per ora, lo vede uscire a testa bassa dalla faida con Jinder Mahal, attuale campione WWE che ha vinto il titolo proprio contro Randy.

Che dire, anche oggi abbiamo non solo rivissuto la storia di uno dei più grandi personaggi che abbia mai calcato i ring della WWE, ma anche un vero e proprio pezzo di storia di questa federazione. Randy Orton è uno degli heel più convincenti, spietati, calcolatori che il wrestling abbia mai visto. Ha fatto un grandissimo lavoro nel corso degli anni dimostrando di non essere solo “quello che ha avuto successo per le conoscenze nell’ambiente”, bensì costruendo da se la propria fama, il proprio futuro.
Vedremo cosa ancora riserverà il tempo per questo grandissimo atleta.

Terminiamo così il nostro sesto appuntamento con le pagine della storia di The Mirror, con un grande ringraziamento ai ragazzi della pagina Facebook WWE ITA, che sostengono il sito e l’editoriale, se avete tempo vi consiglio di fare un salto sulla loro pagina. Per questa settimana è tutto, l’appuntamento è tra 14 giorni con una nuova storia tutta per voi!

 

 

 

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