Quando il destino ti riserva un tiro mancino, affibbiandoti un’etichetta fin da pargolo, c’è poco da fare.
Stando a questa concezione fatalista, il giovane Jonathan David Good avrebbe avuto un bell’indizio sulla strada da seguire nella sua vita, gli bastava conoscere il suo nome, anzi, cognome: “good”, buono.
Eppure, col senno di poi, sembra forzato e quanto mai fuori luogo fregiare Jonathan di questo titolo, poichè lui stesso ha dimostrato più volte quanto gli abiti dell’eroe convenzionale gli stiano stretti.
Se proprio vogliamo essere sinceri, direi che gli abiti “convenzionali” in genere non si addicono a lui.
Quindi quel nome doveva essere cambiato, il destino doveva essere sbeffeggiato, ribaltando la dinamica stessa della divisione bene/male che l’uomo conosce.
Non sarebbe stato il “buon” Jonathan David a fare tutto ciò, bensì il suo alter ego, la parte intollerante della ragione: e questa rispondeva al nome di Dean Ambrose.
https://www.youtube.com/watch?v=kr8-E8may2Y
Jonathan Good nasce a Cincinnati,Ohio il 7 dicembre 1985.
La prima federazione in cui Jonathan mette piede è la Heartland Wrestling Association e il suo primo incarico è quello di…vendere pop corn e aiutare a montare il ring prima degli show (quando si dice la gavetta!).
Questo perchè l’allenatore della federazione si rifiuta categoricamente di allenarlo come wrestler finchè non avesse compiuto la maggior età. Così Good è segregato in ruoli di bassa manovalanza fino ai 18 anni, quando poi inizia gli allenamenti che lo conducono al debutto in ring nel 2004, sotto il nome di Jon Moxley.
Per i primi due anni Moxley lavoro in coppia con altri wrestler, formando due tag team diversi, e con entrambi vince i titoli tag della federazione. Solo a partire dal 2006 si butta a testa bassa in singolo nella mischia per l’HWA Heavyweight Championship. Ma il giovane Jonathan proprio non ce la fa a restare da solo e, in cerca di compagnia, decide di fondare una stable dal nome “The Crew“, nella quale tra gli altri membri spunta anche il nome di Sami Callihan, vecchia conoscenza di NXT sotto il nome di Solomon Crowe.
Nel corso di questo anno conquista per due volte il titolo massimo della HWA, il regno più lungo si attesta attorno i 4 mesi di detenzione.
Good resta nella federazione fino al 2011: nel frattempo vince per altre 3 volte i titoli di coppia e non si fa mancare certo neanche un altro giro titolato col titolo mondiale alla vita. Questa prima esperienza si chiude, ma nel corso degli ultimi anni con la HWA, in un periodo che possiamo inquadrare tra il 2007 e il 2011, Moxley collabora con molte altre federazioni.
Una breve parentesi della sua carriera Jonathan la vive presso la Insanity Pro Wrestling.
Ricordiamo questo periodo per due motivi: il regno titolato molto lungo di Moxley, che si ferma solo dopo 297 giorni; e la faida con Jimmy Jacobs, asprissima e piena di tensioni, che alla fine porta il rivale a strappare il titolo al nostro Good.
Ben più famosa è invece la sua esperienza nella Combat Zone Wrestling (CZW), federazione nota per le sue stipulazioni estreme al limite del sadico, solo per persone dallo stomaco forte.
Nel giugno del 2009 Moxley appare in CZW come partecipante al Tournament of Death VIII: viene eliminato solo nelle semifinali in un match la cui stipulazione prevedeva che gli spettatori potessero portare con se e passare ai lottatori degli oggetti contundenti. Ci riprova con un altro torneo di li a poco, ma questa volta la sua strada lungo il sentiero della vittoria è ancora più breve e perde la strada già al primo turno.
Il 12 febbraio 2010 sulla torta farcita a sangue e brutalità della CZW spuntano undici candeline e si festeggia con un evento speciale, nel quale B-Boy, attuale campione della federazione, mette la sua leadership in palio contro Jon Moxley. La fine del match è ben diversa dai due tornei precedentemente svolti e l’annunciatore può proclamare a gran voce il nome di Moxley come nuovo CZW World Heavyweight Champion!
Da quell’ annuncio alla fine del regno di Jonathan passano 175 giorni, ma il tempo passato senza una cintura che gli addobba la vita è solo una breve parentesi, poichè riconquista presto il suo titolo, mantenendolo per altri 182 giorni.
Il periodo in CZW termina dunque nel 2012 e con esso anche tutte le possibilità di vedere la parola “good” ancora accostata al nome di Moxley.
Menzioni d’onore vanno alle altre federazioni minori calcate dal Moxley, tra cui la ROH, EVOLVE e Dragon Gate Usa: in queste sue apparizioni incontra lottatori anche conosciuti in WWE come Bryan Kendrick, Paul London, Akira Tozawa, Roderick Strong e Austin Aries.
I suoi match restano molto spesso ai limiti del sadismo e addirittura durante uno dei tanti con Jimmy Jacobs, Moxley subisce una separazione quasi totale dal suo corpo di un capezzolo.
Si può certo dire che nei suoi anni giovanili Jonathan si sia fatto le ossa. E anche disfatto.
Il trafila tra tante diverse federazioni si conclude per Moxley nel 4 aprile 2011, quando firma il suo contratto con la WWE, che lo manda nel suo territorio di sviluppo, la Florida Championship Wrestling, mutando il suo ring name in Dean Ambrose.
Ambrose fa il suo debutto il 3 luglio, quando conduce un promo in cui, da novellino, lancia già il guanto di sfida al campione Seth Rollins, molto conosciuto nella scena indipendente. Un mese dopo, il 14 agosto, i due si combattono in un Iron Man Match dalla durata di 15 minuti. Dean è letteralmente ad un quarto d’ora dal vincere l’FCW 15 Championship, ma arriva tardi all’appuntamento: il tempo scade senza che nessun lottatore abbia schienato o sottomesso l’altro, così da decretare un pareggio e il mantenimento del titolo a favore di Rollins.
Ci si riprova allungando la durata del match, questa volta su una lunghezza di 20 minuti, ma ancora non basta e il risultato è sempre di 0-0.
Altro tentativo, altro tempo in più: terzo match, Iron Man da 30 minuti, stessa situazione di pareggio, 2-2. Ma questa volta un vincitore ci sarebbe stato, doveva esserci! Viene concesso del tempo supplementare, alla fine del quale Rollins si è portato su un punteggio di 3, mentre il povero Ambrose rimane impantanato sul suo 2, perdendo questa serie epica di scontri.
La rivalità tra Ambrose e Rollins non è certo concluso, anzi si trascina avanti per diverso tempo. Dean si prende una piccola rivincita quando diviene causa della sconfitta di Rollins contro Damien Sandow, che costa al campione il suo titolo. Nonostante il cambio, Dean non riesce a battere nemmeno il nuovo campione, rinunciando così al titolo.
Viene però inserito in un match a tre per determinare lo sfidante al titolo mondiale: agli altri angoli del ring si trovano, in qualità di suoi sfidanti, il solito Seth Rollins e Leakee, che forse conoscerete tutti meglio con il suo nome successivo di Roman Reigns. Proprio il samoano esce vincitore dalla contesa, procurando un’ulteriore macchia nera sul curriculum di Dean.
Durante un live event Jonathan ha l’occasione perfetta per mostrare il suo valore: l’ospite speciale per quella giornata è niente meno che CM Punk e sarà proprio Ambrose il suo avversario per quella serata. Il match prevede una durata di 30 minuti, alla fine dei quali lo Straight Edge doma l’incontenibile Dean, che riceve comunque i complimenti da parte dell’atleta del roster principale.
In cerca di visibilità, Good attacca alle spalle il telecronista della FCW e wrestler della WWE William Regal: il risultato non cambia di molto rispetto al passato e Dean è nuovamente sconfitto. Ciò porta a una vera e propria ossessione di Dean nei confronti di Regal. Durante l’ultimo show televisivo della FCW, SAmbrose ottiene la sua rivincita con il telecronista, conclusa in un no contest poichè il veterano perdeva sangue dalle orecchie a seguito di una mossa di Jonathan.
Finito il periodo nel territorio di sviluppo, per Ambrose è tempo di calcare i palchi del roster principale, accompagnato però da altre due superstars: il 12 novembre 2012, durante Survivor Series, lo Shield fa il suo debutto, salvando il regno di CM Punk dalla distruzione di Ryback e John Cena. Accanto ad Ambrose c’è la sua vecchia nemesi, Seth Rollins, e Roman Reigns. La missione del trio è quella di lottare contro le ingiustizie che dilagano nella WWE, portando giustizia nel roster. Il pubblico resta molto colpito dalla nuova stable, che si scopre poi essere da sempre in combutta con CM Punk e Paul Heyman.
Da questo momento in poi lo Shield ha disegnato un grande bersaglio sul proprio nome: diverse squadre, anche improvvisate, di wrestler si uniscono in formazioni da tre, cercando di sconfiggere la fazione della giustizia. Nessuno riesce nell’intento, nemmeno Randy Orton, Sheamus e Big Show durante Wrestlemania 29.
I primi a sconfiggere lo Shield in un match a tre sono Cena, Daniel Bryan e Kane, anche se solo per squalifica.
Arriva il momento per Ambrose di dimostrare quanto sia pericoloso come lottatore anche in singolo, e l’occasione giunge tra le sue mani proprio ad Extreme Rules 2013, quando distrugge Kofi Kingston e si laurea per la prima volta WWE US Champion.
Il suo regno titolato giunge al termine solo dopo 351 giorni, record assoluto nella WWE per il titolo US.
Nel frattempo ne sono successe di cose allo Shield, tra cui l’unione con l’Authority e anche la secessione da questa, che ha ostacolato poi il trio in ogni occasione, fino a riformare anche la Evolution, che però soccombe sotto i colpi dei mastini della giustizia. Quando Rollins tradisce i suoi fratelli, passando dalla parte del nemico, quello che resta più deluso dall’accaduto è proprio Ambrose, che armato di pazzia e cattive intenzioni, inizia una vera e propria caccia.
Durante il Money in the Bank Ladder Match c’è un primo scontro tra i due, con Dean vicinissimo a strappare la valigetta sotto il naso del traditore Rollins, se non che le amicizie di quest ultimo interferiscono nel match senza squalifica nelle sembianze di Kane, che colpisce il Lunatic Fringe e permette a Seth di vincere il match. Il match previsto per Battleground viene annullato poichè Ambrose non resiste alla tentazione di attaccare il rivale nel backstage e per questo viene allontanato dal palazzetto. La resa dei conti è solo rimandata: a SummerSlam i due si affrontano finalmente in un Lumberjack Match, che vede comunque Rollins trionfante. La sera successiva a Raw Seth si rende conto di doversi liberare una volta per tutte della presenza molesta di Ambrose, per questo fracassa la testa dell’ex compagno su dei blocchi di calcestruzzo eseguendo una Curb Stomp: tale angle serve a giustificare l’assenza per qualche settimana di Dean, impegnato nelle riprese di un film.
Ambrose fa il suo ritorno a Night of Champion, e sembra avere ancora il dente avvelenato con Rollins per lo sgarro subito, tanto che lo attacca. Dopo aver battuto Cena, Dean riesce ad assicurarsi una rivincita con l’Architetto dello Shield, prevista per Hell in a Cell. La gabbia d’acciaio cala sui due rivali, per evitare questa volta intromissioni esterne. Peccato che Rollins riesca a vincere comunque grazie ad un’interferenza, non esterna ma interna alla gabbia, con Bray Wyatt che ascende dall’interno del ring, segnando l’inizio della sua faida con Ambrose.
La rivalità tra i due è molto aspra e culmina nel gennaio del 2015 con un Ambulance Match, che permettere al leader della Wyatt Family di portarsi a casa la vittoria, mentre l’ambulanza porta Dean in ospedale. Insomma dopo lo Shield e la conquista del titolo degli Stati Uniti, l’esperienza di Ambrose in singolo ha lasciato a desiderare, non molto per la gestione stessa delle faide, quanto per la mancanza quasi totale di vittorie nei singoli match che queste faide le componevano.
Una via di uscita da questo vicolo cieco di vergogna viene offerta a Jonathan da Bad News Barret, allora Intercontinental Champion. Dean lo sconfigge in un match non titolato, e reclama così il suo diritto a sfidare il campione a Fastlane, questa volta con la cintura in palio. Barret in un primo momento rifiuta la proposta di Dean.
Ma, si sa, i pazzi vanno assecondati, altrimenti possono commettere degli spropositi: Ambrose ammanetta Barret e lo costringe a firmare il contratto per il match titolato. Ma nel momento topico, quando il gioco si fa serio, il buon Lunatic Fringe torna a deludere, perdendo il match. Ha un’altra chance titolata a Wrestlemania 31 nel ladder match, ma esce sconfitto anche da quella, proprio la sera in cui invece il suo più acerrimo nemico, Seth Rollins, incassa con successo il suo money in the bank e diviene campione del mondo.
Ambrose non si scoraggia, anzi punta ancora più in alto, al titolo mondiale detenuto da Rollins. Fallisce il suo proposito per ben tre volte, condendo il tutto anche con il furto della cintura prima del match titolato con Seth a Money in the Bank.
Ritorna per un periodo al fianco del vecchio alleato Roman Reigns, aiutando il samoano nella sua rivalità contro la Wyatt Family.
Intanto Rollins ha subito il grave infortunio al ginocchio che tutti conosciamo, lasciando di fatto il titolo mondiale vacante. Per colmare questo voto al vertice della federazione viene indetto un torneo, e anche Ambrose si getta nella mischia per cercare di conquistare la vittoria titolata. Arriva fino alla fnale, dove incontra proprio l’amico Roman Reigns, che si dimostra ancora una volta superiore al Lunatic Fringe battendolo e diventando per la prima volta campione del mondo. Ancora lacrime amare da buttar giù per il folle Dean.
Finalmente arriva il momento di rifarsi di tutte queste sconfitte per Ambrose, quando a TLC affronta Kevin Owens per il titolo intercontinentale. Riesce dunque a vincere match e titolo, ponendo fine a una rincorsa partita nel febbraio dello stesso anno.
Comunque il momento di gloria dura solo per 64 giorni, quando Ambrose perde il titolo a favore dell’ex campione Owens.
A Fastlane Dean affronta Roman e Brock Lesnar in un match che avrebbe decretato lo sfidante del campione mondiale Triple H in vista di Wrestlemania 32. Reigns riesce ad assicurarsi il match nello show più importante dell’anno WWE, proprio schienando Ambrose, il quale diviene bersaglio degli assalti di Brock, che vede in lui il motivo del suo insuccesso. Tra i due viene sancito un match per Mania, incontro ben sotto le aspettative di tutti i fan che immaginavano uno spettacolo senza dubbio maggiore tra i due. Comunque un’ulteriore sconfitta si aggiunge al numerosissimo elenco di Dean.
Il lunatico preferito dai fan può almeno vantare una successiva vittoria contro Chris Jericho, in una faida nata per stabilire quale talk show fosse il migliore tra i due condotti dagli stessi wrestler.
Ambrose è tuttavia ancora interessato alla vittoria del titolo maggiore, e vede nel Money in the Bank Match una possibilità concreta di vittoria. Batte Dolph Ziggler negli incontri di qualificazione e ottiene il successo, sotto forma di valigetta dorata, anche nel ppv. La sera stessa è previsto un match per il titolo tra il campione, Roman Reigns, e il rientrante Seth Rollins. Quest ultimo riconquista il titolo che mai aveva perso tra la felicità del pubblico, momento che viene interrotto dalla musica d’ingresso di Ambrose, che a sorpresa incassa la sua chance titolata e porta a casa il titolo. Ogni membro dello Shield ha così conseguito il proprio primo titolo mondiale schienando un altro membro. A Battleground si costruisce da se un match a tre con in palio il titolo di Ambrose: questa volta, però, il tabellino di marcia del neo campione fa segnare una vittoria pulita e il titolo viene mantenuto.
Per effetto del draft, Dean Ambrose viene inviato al roster di SmackDown Live.
Difende il suo titolo contro Dolph Ziggler a SummerSlam, per poi perderlo a Backlash contro il Phenomenal One Aj Styles. In seguito non riesce a riconquistare il WWE World Heavyweight Championship, e si getta quindi alla rincorsa nuovamente del titolo intercontinentale, che consegue nuovamente e porta poi dietro a Raw a seguito dello shake up.
Il resto è storia moderna.
Ad oggi Ambrose ha perso di recente, proprio questa settimana, i titoli di coppia di Raw conquistati grazie alla riappacificazione con il compagno Seth Rollins. Tutto ciò ci sta facendo anche rivivere i giorni di gloria dello Shield, attualmente riformato, ma non certo ai livelli di coesione della prima fondazione.
Per chiudere, Ambrose è un ottimo wrestler che però nel momento di tirare fuori il carattere, nei regni titolati, ha fin ora sempre deluso, regalandoci dei regni soporiferi e senza alcun punto d’onore. Per il futuro si spera che anche la gestione del suo personaggio migliori, evitando le troppe sconfitte che da sempre si porta dietro come delle vere e proprie zavorre.
Anche oggi termina il nostro appuntamento con la storia di The Mirror. Vi ringrazio come sempre per l’attenzione e vi chiedo di farmi sapere nei commenti qui sotto e anche su Facebook quale wrestler vorreste come protagonista del prossimo appuntamento. Nel frattempo un saluto a tutti gli appassionati di wrestling qui su SpazioWrestling!
Sono Angelo Sorbello, vivo a Genova, sono laureato, ho lavorato per diverse testate giornalistiche, tra cui Il Giornale e il Secolo XIX. Ho diverse passioni, tra cui il wrestling in particolare la WWE.
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