mercoledì 20 Novembre 2024
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The Mirror #5- Triple H “Time to play the Game”
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Fin dall’infanzia riponi un sogno, una speranza, in un cassetto, avendo la missione di tramutarlo in realtà un giorno. Non tutti sono così fortunati da riuscire nei loro intenti e spesso le distrazioni, i cambiamenti nel corso della vita o, più semplicemente, il tempo, conducono su sentieri completamente diversi da quell’effimera speranza infantile. Se però credi in quel sogno fortemente e con passione, allora davvero tutto è possibile.
Sicuramente questa era l’idea che ispirava il giovane Paul Michael Levesque, nato a Nashua nel New Hempshire il 27 luglio 1969.
Da ragazzino con un sogno a uomo che quel sogno l’ha realizzato.
Da semplice wrestler a uomo d’affari, dirigente e azionista della WWE.
In questo The Mirror, in collaborazione con la pagina Facebook WWE ITA, che vi invito a visitare, andremo a raccontare la storia di Triple H, uno dei pilastri della storia stessa della WWE, un 14 volte campione del mondo, parte dei 24 titoli conquistati nella federazione che gli hanno fruttato anche l’onore di essere il secondo Grand Slam Champion della storia. Una storia immensa che andremo ad analizzare insieme!
Come colonna sonora non potevamo che scegliere un brano dei Motorhead, gruppo che ha scritto la theme song dell’atleta e suoi amici personali.
Lasciatevi trasportare dal flusso delle parole e della musica e godetevi la lettura.

 

Siamo nel 1992 quando, dopo aver appreso le fondamenta della disciplina presso la scuola di Killer Kowalski, Paul fa il suo debutto nella Independent Wrestling Federation, utilizzando il ring name Terra Ryzing. Si fa subito notare nella federazione, tanto che arriva a conquistarne il titolo massimo nel luglio dello stesso anno del suo debutto. La sua esperienza con la IWF finisce due anni dopo, nel ’94, poichè riceve la chiamata della ben più famosa WCW, che lo mette sotto contratto.

L’inizio della sua carriera con la nuova compagnia non si distacca molto dalle sue origini: mantiene lo stesso nome e la medesima gimmick, ma non riesce così a far breccia nel cuore degli spettatori. Attorno alla metà dell’anno, visto il poco successo del suo personaggio, Terra Ryzing è costretto ad evolversi e a divenire un nuovo wrestler, un nuovo carattere, un nuovo uomo: ci troviamo di fronte Jean-Paul Lévesque, un aristocratico franco-canadese, naturalmente facente parte dello schieramento degli heel. Con questo nuovo personaggio fa coppia per alcuni mesi con Lord Steven Regal (il futuro William Regal della WWE), ma a solo un anno dal suo arrivo presso la WCW, Paul rifiuta di prolungare il suo contratto, scegliendo di cambiare aria.

E l’aria nuova che va a respirare è quella della WWF.
La federazione e il wrestler optano per non cambiare radicalmente la sua gimmick, lasciandola quasi inalterata da quella che aveva in WCW.  Si decide che il suo personaggio verrà presentato con il titolo di “The Connecticut Blueblood”, ammiccando sempre all’estrazione aristocratica dello stesso. Ciò su cui invece si discute è il nome di questo personaggio: a Paul sono proposte diverse soluzioni, ma un’idea balena nella sua mente, ovvero quella di un nome che abbia un gioco di parole, o meglio, di lettere al suo interno, un nome composto da tre nomi le cui lettere iniziali fossero le stesse. Questa fu la genesi di Hunter Hearst Helmsley.
Con queste premesse, Hunter fa il suo debutto il 30 aprile 1995 nella puntata di Wrestling Challenge, mentre la sua prima apparizione in ppv viene fissata per SummerSlam, in’occasione della quale batte il suo avversario, Hardcore Holly.
Nei primi mesi dopo il suo debutto, Paul è sospinto da un sostanzioso push, iniziando invece a perdere questo sostegno già l’anno successivo, 1996.
A Wrestlemania XII Hunter, accompagnato dalla bellissima Sable, affronta The Ultimate Warrior, uscendo però sconfitto dalla contesa in meno di due minuti. Per la frustrazione, in seguito attacca la sua stessa valletta, Sable, iniziando una faida con quello che era marito della donna nella vita reale.
Hunter entra a far parte del gruppo conosciuto come Kliq, formato da personaggi del calibro di Shawn Michaels, Kevin Nash, Sean Waltman (n.d.r. futuro X-Pac) e Scott Hall. Tale stable aveva il potere di influire sulle decisioni del presidente Vince McMahon e del suo team creativo. Inoltre il gruppo raggiunse gli onori della cronaca per un incidente avvenuto al Madison Square Garden, ovvero un semplice abbraccio che, però, ruppe la kayfabe. Questo errore non rimase impunito, tanto che il King of the Ring Tournament,  che inizialmente prevedeva la vittoria proprio di Hunter, fu invece vinto da Stone Cold.
Dopo l’increscioso incidente, Hunter è affiancato da Mr. Perfect in qualità di suo manager, alleanza che lo conduce alla conquista dell’Intercontinental Championship, che detiene per quattro mesi, prima di perderlo contro Rocky Maivia, meglio conosciuto come The Rock.

Siamo nel 1997 quando Hunter riesce a conquistare il King of the Ring, vittoria del torneo che gli era stata sottratta pochi mesi prima, sconfiggendo in finale Mankind.
Questo non è certo il motivo per cui questo anno fu fondamentale nella carriera di Paul. Infatti questo fu l’anno della formazione della D-Generation X: Chyna, Rick Rude, Shawn Michaels e Hunter, che per l’occasione cambiò il suo personaggio e il suo nome, abbreviandolo in HHH, da cui Triple H, e adottando un’attitudine più rude e brutale, unirono le forze in questo gruppo, iniziando una faida con la Hart Foundation. 
A Wrestlemania XIV Triple H conquista il titolo europeo contro l’ultimo rimasto nella federazione della famiglia Hart, ovvero Owen Hart, scrivendo la parola fine alla faida tra i due gruppi.

Durante la Royal Rumble  Michaels aveva subito un infortunio legittimo che lo costrinse a prendere una pausa dal wrestling e abbandonare gli show. Per sopperire alla sua mancanza all’interno della stable, HHH lo rimpiazza con X-Pac  e decide di unire le forze con i New Age Outlaws. 
Durante questo periodo viene introdotta anche la nuova intro del gruppo, con la famosissima frase “Are you ready?”.
Hunter inizia così una faida con The Rock, allora leader della Nation of Domination; la rivalità tra i due si conclude a SummerSlam in un ladder match per il titolo intercontinentale, che vede Triple H trionfante.
Manterrà il titolo per poco a causa di un infortunio al ginocchio.
Ma le belligeranze non erano concluse del tutto e ripresero quanto The Rock divenne campione WWF. Triple H fu vicino a vincere anche quel titolo, ma nell’ I Quit Match che si svolse fra lui e il campione fu costretto ad arrendersi, sotto la minaccia da parte di Kane di colpire Chyna con una Chokeslam.  La stessa donna tradirà poi la DX per entrare a far parte della Corporation, stessa stable di The Rock all’epoca. Tra mille risvolti e tradimenti, anche Triple H si schierò dalla parte della Corporation, accompagnando il volta faccia ai danni della DX con un nuovo look.

Riesce così a portare a casa il primo WWF Championship battendo Mankind.
Il titolo gli sarebbe poi stato strappato da Mr. McMahon, anche se presto riconquistato ancora una volta e difeso.
Dopo essere tornato privo di titolo, Triple H continua la faida con Vince Mc.Mahon, sconfiggendolo ad Armageddon e sposando sua figlia, Stephanie McMahon , dando il via a quella che viene conosciuta come McMahon-Helmsley Era.

Triple H inizia a farsi chiamare “The Game”, soprannome che inizialmente doveva essere affibbiato a Owen Hart e che Hunter fa suo in memoria dello scomparso wrestler, e gli viene dato anche il titolo di “Cerebral Assassin” dal tavolo di commento.
All’inizio del nuovo millennio ha molte faide per il titolo WWF, vincendolo e difendendolo più volte contro diversi avversari. Tra i tanti ricordiamo la rivalità avuta con Kurt Angle, nella quale si palesa un triangolo amoroso tra i due uomini e Stephanie, triangolo che tra l’altro potrebbe essere clamorosamente riesumato oggi, nella storia che stiamo vedendo a Raw coinvolgere proprio il general manager Angle. Tornando però alla storia, la fine dello scontro tra i due si ha ad Unforgiven, ppv nel quale Triple H batte l’atleta olimpico grazie ad un colpo basso della stessa McMahon.

Il prossimo avversario di HHH sarebbe stato Stone Cold: si scoprì che l’assenza causa infortunio di Austin nei mesi precedenti era stata in realtà causata da The Game, il quale aveva pagato Rikishi per mettere fuori gioco il rivale. Nel novembre del 2000 i due si resero protagonisti di un match fenomenale alle Survivor Series, alla fine del quale Triple H cercò invano di investire Stone Cold, che per ripagarlo lo gettò da un altezza di venti metri dentro una macchina (altro che Strowman e Reigns). La rivalità si concluse nell’edizione del 2001 di No Way Out, in un match vinto da Triple H con una stipulazione speciale chiamata Three Stages of Hell Match.
Ma i fili della storia continuarono ad intrecciarsi e fare il loro corso, portando i due wrestler, un tempo rivali, a costituire un tag team dal nome The Two-Man Power Trip, vincendo anche i titoli di coppia WWF.

 

Nel 2002 Triple H torna come face a seguito di un infortunio e vince la Royal Rumble, aggiudicandosi l’occasione di affrontare il WWF Undisputed Champion, Chris Jericho. In quel di Wrestlemania X8, il Cerebral Assasin sconfigge Y2J e aggiunge alla sua bacheca dei trofei anche il suo titolo. Mantiene il titolo per un mese, perdendolo solo contro Hulk Hogan, prima di iniziare a lottare esclusivamente a SmackDown per effetto della brand extension.

Intanto un altro grande wrestler aveva fatto il suo ritorno: stiamo parlando di Shawn Michaels, il quale a Raw si unisce alla New World Order. Insieme a Kevin Nash, Michaels progetta di riportare HHH nel suo stesso brand per farlo unire al loro gruppo. In seguito Vince McMahon scioglierà la nWo, ma il nuovo general manager da lui nominato, Eric Bishoff, perseguirà lo stesso piano dell’ex stable e riuscirà a portare Hunter nel suo show.
Avviene in quel momento il turn heel di Triple H: durante la reunion della DX attacca a sorpresa Shawn, dando il via a una lunga rivalità fra i due amici. Tutto culminerà a SummerSlam, dove Triple H soccombe dinanzi Michaels durante un incontro non sanzionato.

A settembre il roster di Raw si ritrova senza un titolo massimo da poter mettere in palio e per questo Triple H viene nominato primo WWE World Heavyweight Champion della storia. Il mese successivo conquistò anche il titolo Intercontinentale detenuto allora da Kane.

Gennaio 2003: Triple H, quasi come un filosofo, si getta nell’impresa di sintetizzare in un unico gruppo il meglio del passato, del presente e del futuro del wrestling e della WWE. Dal suo esperimento nasce l’ Evolution, una stable formata da Ric Flair (passato), Triple H (presente), Batista e Orton (futuro). Il gruppo riscosse grande successo e nel 2003-2004 ricevette un forte push che raggiunse l’apice ad Armageddon, evento in cui ogni singolo membro della stable poteva vantare la detenzione di un titolo. Il gruppo finirà il suo tempo solo nel 2005, quando ormai tutti i membri vedranno degli attriti tra di loro.

Triple H perse il suo titolo contro Goldberg dopo 280 giorni di regno, per poi riconquistarlo e difenderlo alla Royal Rumble contro Shawn Michaels. Tutto questo è preludio alla sua sconfitta a Wrestlemania XX contro l’innominabile Chris Benoit.

Tra varie faide e vittorie di titoli, arriviamo al 2006: Triple H si scontra più volte con John Cena ed Edge, cercando di conquistare, fallendo ripetutamente, il WWE Championship. 
Dopo le numerose sconfitte, Hunter addossa la colpa dei suoi fallimenti a Vince McMahon, iniziando così una faida con la sua famiglia. Ma non sarà solo in questa lotta al potere: al suo fianco torna il suo amico di sempre, compagno di tante battaglie, Shawn Michaels.
La riunione della D-Generation X era sotto gli occhi di tutti.
La rivalità con i McMahon si concluse ad Unforgiven, con la vittoria della DX, che costrinse Vince a baciare il divino di dietro di Big Show, che si era affiancato a lui durante il match.

 

Chiusa questa faida, la DX riunita si concentra sul Team Rated-RKO messo su da Randy Orton ed Edge.
I due team si scontrano ripetute volte, ma alla fine la loro guerra si interrompe a causa di un infortunio di Triple H stesso, che gli richiede di sottoporsi ad un intervento.
Triple H fece il suo ritorno a SummerSlam del 2007, sconfiggendo King Booker e in seguito conquistò per l’undicesima volta il titolo mondiale contro una sua vecchia conoscenza: Randy Orton. Questo regno fu però di infima durata, e la riconquista del titolo da parte di The Viper sancì la sua quinta posizione nella classifica dei regni titolati più brevi della storia. Dal 2007 al 2009 l’atleta è costantemente alla rincorsa del titolo WWE, vincendolo in diverse occasioni e portando avanti anche un regno di 210 giorni.

Siamo ad agosto del 2009, in una puntata di Raw. Triple H incontra Shawn Michaels in una caffetteria dove questo lavorava come chef (eh si, la logica della WWE è sempre stata molto solida), cercando di convincerlo a tornare al mondo del wrestling. Alla fine Shawn si convinse e decise di riformare ancora una volta la DX e affrontare la Legacy a SummerSlam. Tra vicende alterne la rivalità tra i due gruppi si concluse ad Hell in a Cell con la vittoria della DX. La ancora una volta riaperta parentesi con la D-Generation X non poteva certo chiudersi senza un grande successo: per questo la coppia vince gli Unified Tag Team Championship battendo i Jeri-Show (coppia formata da Jericho e Big Show) in un TLC match. Come spesso è accaduto nella carriera di HHH, questo altro periodo nel ring è una parentesi tra due altri periodi fuori dal ring, presi di riposo per curare degli acciacchi.

Ma quando Hunter fa ancora una volta il suo ritorno, lo fa in grande stile. Nella puntata di Raw del 21 febbraio 2011 interrompe con la sua eccitante musica d’ingresso colui che sta entrando nel ring. Chi era costui? Niente meno che The Undertaker. The Game sfida il Phenom in un match, che presto diviene un No Holds Barred match, in quel di Wrestlemania XVII. Sappiamo bene tutti come andò: Triple H fu sconfitto e non riuscì ad entrare nella storia come il primo a battere Taker a Mania.
Ma la rincorsa alla storia non era certo finita lì e il caparbio Hunter ci avrebbe riprovato a distanza di pochi mesi.
In questo periodo Triple H ricopriva anche il ruolo di COO della federazione, ne era quindi il direttore delle operazioni.

Il 30 gennaio del 2012, mentre era sul ring per valutare l’operato di John Laurinaitis come general manager di Raw, venne interrotto da Taker. Questa volta il gioco si svolse a parti inverse e fu il deadman a sfidare Hunter. Quest ultimo non voleva accettare la rivincita, la seconda occasione di entrare nella storia a solo un anno dal precedente fallimento, ma reagì alle parole di Taker, che lo definì un codardo che aveva sempre vissuto nell’ombra di Shawn Michaels, e così accettò il match per Wrestlemania XVIII: un Hell in a Cell Match che avrebbe messo fine non solo alla loro rivalità, ma ad un era.
The end of an era match, come viene ricordato ancora oggi.
Inutile dire che lo scontro fu vinto ancora una volta da Undertaker, che conservò ancora intatta la sua streak, fino all’arrivo di una bestia.

https://www.youtube.com/watch?v=HpHaXr61Nng

 

Ma prima che questa bestia che citavo arrivi alla conquista della streak, sarà lo stesso Triple H ad affrontarla.
Infatti, da alcuni dissidi sul contratto di Brock Lesnar, nasce una faida tra i due.
Lesnar rompe un braccio al COO (secondo storyline); quest ultimo, di tutta risposta, lancia una sfida a Lesnar per SummerSlam. In un primo momento Paul Heyman, legale di Brock, rifiuta di far scontrare il suo cliente con Hunter, ma cede alle richieste del Cerebral Assassin durante la puntata numero 1000 di Raw, a seguito delle insinuazioni di Stephanie McMahon sul suo assistito. Tuttavia il King of Kings uscì sconfitto e a testa bassa dalla contesa, che vide l’ex lottatore UFC sottometterlo con la famigerata Kimura Lock.

Questo è l’inizio di un periodo in cui Hunter è immerso in annose riflessioni sulla sua carriera, trovandosi ad un bivio: continuare a lottare e sacrificare il proprio corpo sul ring oppure attenersi al suo ruolo manageriale?
La scelta che compie è quella di continuare a versare sangue, lacrime e sudore sul quadrato, e per farlo ha bisogno di redimersi.
Per questo lancia una sfida a Brock Lesnar per Wrestlemania XIX, mettendo in palio la sua carriera. La bestia sente l’odore del sangue e accetta così il match. Questa volta però l’esito è diverso: Triple H riesce a sconfiggere il temibile avversario e a prendersi la sua rivincita in grande stile.
Ad Extreme Rules, comunque, va in scena un ulteriore, conclusivo atto della storia tra i due: Lesnar vince e ristabilisce la sua superiorità su Triple H in uno Steel Cage Match.

A SummerSlam del 2013 Triple H annuncia che sarà arbitro speciale nel match valido per il titolo WWE tra John Cena e Daniel Bryan. Il match è vinto da Bryan, ma HHH non era arbitro per caso: secondo il suo piano, colpisce il neo campione con un pedigree, permettendo poi al suo pupillo, Randy Orton, di incassare il suo Money in the Bank contract. Questo fu il momento in cui fu forgiata una nuova, potentissima fazione: The Authority.

Inizia con questa nuova stable un periodo di dittatura: handicap match contro i wrestler che avversavano le decisioni del gruppo, licenziamenti (kayfabe) di alcuni wrestler come Big Show e Cody Rhodes, ingiustizie e macchinazioni varie. Ad ergersi come “rivoluzionario”  fu colui che per primo e in maniera più gravosa aveva subito l’ira di Triple H: Daniel Bryan. Tra i due ci fu un match a Wrestlemania XXX, vinto dall’American Dragon.

Per contrastare la ribellione dello Shield, Triple H, con Batista e Randy Orton, si trova costretto a rievocare la Evolution.
Le due fazioni si scontrano in occasione di Extreme Rules e Payback, due match fenomenali che vi consiglio caldamente di recuperare o rivedere. The Shield ebbe la meglio in entrambe le occasioni, ma, come piace dire a Triple H, “There’s always a plan b…”.
Hunter convince il leader dello Shield, Seth Rollins, a tradire i suoi compagni, Dean Ambrose e Roman Reigns, e unirsi all’ Authority, divenendone il nuovo protetto.

Ma come tutto, anche il regno di terrore dell’Authority non poteva durare per sempre: a Survivor Series il team Authority mette in palio la sua leadership contro un team formato da altri lottatori, tra cui John Cena e Dolph Ziggler, che per rispondere alla grande scommessa mettono sul tavolo da gioco le loro carriere. Alla fine è un intervento di un inaspettato Sting, al suo debutto in WWE, a decidere le sorti del match e a rimuovere la stable dal trono che si era costruita.
Quello del vigilante era un affronto che non poteva restare impunito: Triple H sfida Sting in un dream match a Wrestlemania 31. Il match vede l’ingresso di numerose leggende che parteggiano per l’uno o per l’altro dei contendenti, ma alla fine ad uscirne vincitore è Hunter, che stringe poi la mano al suo avversario in segno di rispetto reciproco.

https://www.youtube.com/watch?v=J8Ku7MHP6lQ

 

Passiamo alla Royal Rumble del 2016, forse uno dei segni più chiari che il regno del king of kings non finisce mai.
Triple H fa il suo ritorno a sorpresa durante la rissa reale, con il numero 30, e va a vincerla eliminando per ultimo Dean Ambrose. Questa edizione fu particolare poichè in palio non c’era, come consuetudine, il main event di Wrestlemania, bensì il titolo WWE. Così Hunter diviene per la 14esima volta campione del mondo.
Perderà il titolo pochi mesi dopo, a Wrestlemania 32, sacrificandosi per un push a favore di Roman Reigns.
Dopo questa sconfitta si è preso un periodo di pausa.

Siamo giunti, dopo questo lungo cammino, ai nostri giorni e all’ultima faida di Triple H, niente meno che con il suo pupillo Seth Rollins. A seguito del tradimento di The Game nei confronti dell’Architetto,  che ha condotto alla vittoria del titolo Universale da parte di Kevin Owens, si è aperta fra i due un’asprissima rivalità che ci ha accompagnato fino a Wrestlemania 33, evento in cui HHH ha ceduto dinanzi alla vendetta di Seth. Vi lascio gustare il promo di questo match, davvero molto bello ed intenso.

 

Triple H.
Il suo nome ormai è scritto nella leggenda. Quel bambino con un sogno stretto nel pugno è riuscito a farsi amare, a farsi odiare, a costruire dei match e dei momenti indimenticabili per noi appassionati. Il suo lavoro va ben oltre il ring però: lui è una delle menti principalmente coinvolte nel processo di creazione di NXT, colui che, forse maggiormente, ha dato lustro e dignità a questo brand amatissimo da molti in tutto il mondo. Non sono in pochi quelli che si chiedono se in futuro sarà proprio lui a sostituire Vince McMahon come vertice del settore creativo della WWE e se da questa successione possa scaturire uno “svecchiamento” delle storyline e dei personaggi proposti on screen.
Alcune volte si sente dire che sia una persona con un ego smisurato, senza confini; accuse facilmente smontabili guardando gli ultimi anni in ring di Hunter, anni in cui ha sempre cercato di mettere su un piedistallo alcuni talenti della federazione, basti pensare all’ottimo lavoro svolto con Rollins, sacrificandosi dentro e fuori dal quadrato.
Un grande wrestler, un grande creatore, un grande uomo.
Questo è Triple H, Paul Levesque, e questo, signore e signori, era The Mirror.
Perdonatemi l’editoriale un pochino lungo, ma valeva la pena ripercorrere i momenti salienti della carriera del nostro protagonista di oggi con molta attenzione.
Un saluto a tutti e l’invito è di seguire il prossimo numero, sempre in mia compagnia, sempre su SpazioWrestling.it!

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